Ridere, sorridere, condividere dell’allegria nell’interazione con gli altri ci mette spesso di buon umore e rende l’altro simpatico.
A dare una dimostrazione scientifica di questo effetto hanno provveduto due studiosi austriaci, Petra Weixler e Karl Grammer dell’Istituto di Etologia Urbana di Vienna.
I due si sono posti l’obiettivo di verificare se il modo in cui si ride in un’interazione tra sconosciuti di sesso opposto possa essere un indice di attrazione per l’altro.
Hanno così filmato, all’insaputa dei soggetti, delle coppie che venivano fatte incontrare, in modo apparentemente casuale, in una sala d’attesa.
Lo studio delle riprese ha messo in luce come un certo modo di fare nel ridere possa effettivamente essere segno di gradimento; ma aspetto ancora più importante, ha provato che condividere l’ilarità mette in particolare “buona luce” il nostro interlocutore.
Più precisamente, l’analisi degli scambi ha messo in evidenza che quanto più aumenta l’interesse verso il partner , tanto più i movimenti del corpo, l’ampiezza e la frequenza della risata diventano stereotipati (cioè sempre uguali).
Si osserva inoltre che più il complesso di comportamenti nel ridere si fanno ripetitivi da parte di uno dei due, più il primo tende ad imitare inconsciamente il tono di voce dell’altro; a dare più enfasi alla risata e a cadenzare le manifestazioni di allegria con movenze animate.
Questa forma di imitazione è a senso unico e contribuisce a far crescere l’attrazione per l’altro solo se è l’uomo a imitare la donna e non l’inverso.
Secondo i ricercatori viennesi, la donna userebbe la complicità nella risata come una sorta di “test” per verificare il grado in cui il potenziale candidato sappia adattarsi a lei e mostrarsi complementare.
Se l’altro supera “l’arduo cimento», in premio aumentano le sue «credenziali» agli occhi della donna.
Altre due indagini hanno provato l’importanza dello humor nella valutazione del partner.
Quello che é un’intuizione comune é stata dimostrata anche dalla scienza: donne preferiscono gli uomini simpatici e dalla battuta pronta, mentre questi ultimi privilegiano le donne che ridono alle loro barzellette!
Per giungere a queste conclusioni, Eric Bressler e Sigal Balshine ², due psicologi rispettivamente del Westfield State College nel Massachusetts e dell’università McMaster di Hamilton in Canada hanno fatto esaminare a 200 studenti di entrambi sessi le foto di individui del sesso opposto.
In alcuni casi le scene erano accompagnate da “frizzi e lazzi”; in altre, invece, solo da commenti educati.
Ne é emerso che le donne giudicavano i maschi di “spirito” più attraenti, amichevoli, simpatici e popolari.
Per contro, la scelta dei maschi non era influenzata dall’umorismo della frase.
In un secondo studio, Blesser ha voluto vederci meglio nell’importanza dello humor nella scelta del partner e ha sondato il parere di 130 studenti: le ragazze intervistate generalmente preferivano gli uomini divertenti, mentre i maschi trovavano più attraenti le donne che li reputavano simpatici.
Nell’effetto che fa una risata conta anche il suono prodotto: più una risata è sonora più piace. A dimostrarlo sono stati gli psicologi americani Jo-Anne Bachorowski della Vanderbilt University nel Tennessee e Michael J. Owren dell’Indiana University nell’Indiana ³. Questi ricercatori hanno chiesto a 128 ascoltatori di valutare 70 risate di cui 20 “afone” e 50 melodiose.
In generale, si é appurato che le risate più squillanti suscitavano valutazioni più positive che quelle dal suono debole o rauco.
Più nello specifico, le risate acustiche a paragone con quelle sorde apparivano più gradevoli. Approfondendo l’indagine i due psicologi hanno scoperto che i giudici riconoscevano che avrebbero avuto piacere di conoscere chi rideva in quel modo e che quest’ultimo veniva trovato sexy e amichevole.
* Gli articoli citati sono:
1) P. Weixler, K. Grammer, 199 ed è pubblicato sul sito «Istitute of Urban Ethology”
2) Bressler, E.R., Martin, R., Balshine, S., 2006. “Production and appreciation of humor as sexually selected traits” Evolution & Human Behavior 27, 121-130
3) Bachorowski, J.-A., & Owren, M.J. (2001). Not all laughs are alike: Voiced but not unvoiced laughter readily elicits positive affect. Psychological Science, 12, 252-257.
Per approfondire l’argomento:
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Marco Pacori: I Segreti del Linguaggio del Corpo ed. Sperling&Kupfer, ottobre 2010 |
Marco Pacori: Il Linguaggio del Corpo in Amore ed.Sperling&Kupfer, ottobre 2011 |
Marco Pacori: Il linguaggio segreto della Menzogna ed.Sperling&Kupfer, ottobre 2012 |
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