E’ quanto hanno appurato i ricercatori John Prescott e Jenell Wilkie con un esperimento che ha messo in luce questa sorprendente conclusione.
Per prima cosa gli studiosi hanno selezionato tre tipi di fragranze: dolce e gradevole (caramello), non dolce e piacevole (dopo barba) e repellente (zibetto).
I due scienziati hanno supposto che l’odore di dolce avesse proprietà lenitive: per questo motivo hanno incluso anche l’aftershave; così da escludere che l’eventuale effetto fosse dovuto al fatto di annusare un profumo piacevole.
Per nascondere il vero motivo della sperimentazione, ai partecipanti é stato chiesto di indossare delle mascherine (tipo quelle dell’ossigeno) allo scopo di misurare la loro capacità respiratoria: in realtà, proprio attraverso le mascherine venivano diffuse le fragranze.
Nel contempo, i soggetti dovevano mettere le mani in una vasca riempita d’acqua fredda (5 gradi) per un massimo di quattro minuti. La procedura veniva ripetuta due volte, a distanza di un quarto d’ora: in un caso la mascherina rilasciava l’odore; nell’altro no.
Mentre i soggetti venivano sottoposti a questo “supplizio”, Prescott e Wilkie hanno chiesto loro di riferire quanto fosse intenso il dolore che provavano dopo 30 secondi e quindi al momento in cui tiravano le mani fuori dall’acqua.
L’esito ha confermato l’ipotesi dei due studiosi: chi sentiva un profumo di dolce era stato in grado di tenere le mani immerse nella vasca il doppio del tempo di coloro che appartenevano alle altre due condizioni sperimentali.
Curiosamente, chi aveva respirato il caramello si era mostrato più stoico, ma a livello soggettivo non dichiarava una maggiore soglia del dolore.
Secondo gli sperimentatori questo risultato é dovuto ad un processo di apprendimento per cui chi sentiva l’odore dolce aveva delle associazioni più positive che gli consentivano di tollerare meglio la sofferenza; è anche vero che un profumo gradevole e un odore dolce hanno un valore biologico diverso: infatti, l’olfatto si é sviluppato proprio per distinguere dall’odore (dolce o amaro) un cibo commestibile da uno velenoso. Quindi é probabilmente per un meccanismo legato al significato ancestrale del dolce che quest’ultimo ha effetti così potenti nel ridurre la percezione del dolore.
Questa non é però l’unica spiegazione. Un secondo studio di Serge Marchand e Pierre Arsenault dele Università del Québec a Abitibi-Témiscamingue ha dato prova che il motivo potrebbe essere più profondo e biologico.
Il loro studio ha coinvolto 20 uomini e altrettante donne: compito dei partecipanti era tenere una mano “a mollo” nell’acqua calda quanto più a lungo possibile.
Mentre erano impegnati in questa “fatica” venivano diffusi diversi profumi per verificare se avessero effetto sulla percezione del dolore.
Si é così appurato che sentire un aroma piacevole (come l’estratto di mandorla) rendeva le donne più insensibili alla sofferenza; per contro, annusare dell’aceto acuiva la sensazione di dolore. Questo per il gentil sesso: la tolleranza al dolore negli uomini, infatti, non veniva influenzata dalla fragranza percepita.
Entrambi i sessi, in un successivo sondaggio, ammettevano di essersi sentiti maggiormente di buon umore mentre sentivano gli odori piacevoli e di esssere stati più insofferenti con gli odori sgradevoli; tuttavia la mediazione dell’umore non poteva spiegare l’esito dell’esperimento perché in questo caso sarebbe valso per entrambi i sessi.
Sembra allora probabile che la ragione sia legata alla diversa architettura cerebrale dei due sessi: nella corteccia cerebrale femminile l’elaborazione delle sensazioni tattili (come la percezione del freddo o del caldo su una mano) si intreccia con quella del gusto e dell’olfatto; quindi per le donne sentire un odore piacevole potrebbe portare a inibire la percezione del dolore.
Questo appunto vale per le donne e per gli odori piacevoli, ma non spiega ancora il perché il profumo di cose dolci abbia effetti analgesici. Probabilmente la risposta la troviamo in una ricerca del genetista Frank Corsi che assieme ad alcuni collaboratori ha scoperto che sia nei topi che negli esseri umani la perdita del senso dell’olfatto é collegato alla capacità di sentire dolore.
Per approfondire |
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Questo é dovuto ad una mutazione del gene SCN9A, che svolge un ruolo fondamentale nella percezione del male fisico e che é responsabile del modo in cui cogliamo gli odori. Lo stesso gene potrebbe quindi essere il principale imputato nello sviluppo dell’analgesia da “dolciumi”.
Sulla base di queste indagini, Corsi e altri ricercatori stanno ora sperimentando in vitro una nuova classe di andolorifici … un giorno non lontano magari il dolore verrà contrastato con l’inalazione di specifiche fragranze.