Al tempo stesso, se siamo rabbiosi contriamo le mascelle e stringiamo i pugni; se abbiamo paura solleviamo i talloni da seduti e portiamo le mani sui poggioli…insomma, se proviamo delle emozioni si modifica l’espressione facciale e cambia il tono muscolare, la postura, il tono e il volume della voce, ecc.
Mai però, fino adesso, era stata effettuata una lettura delle sensazioni viscerali associate all’esperienze emotiva: eppure, parliamo comunemente di “sentirci torcere le budella“, di avere avuto “un colpo al cuore” o di avvertire “un nodo alla gola“.
Ora, Lauri Nummenmaa, Enrico Glerean, Riitta Hari e Jari Hietanen hanno condotto uno studio che dimostra come effettivamente che quando viviamo uno specifico stato d’animo tendiamo ad avvertire determinate sensazioni interne; la loro ricerca dimostra inoltre che queste corrispondenze sono universali.
Queste percezioni interiori sono definite tecnicamente “interocezione”; contrapposte all’esterocezione, che riguarda ciò che ci proviene dall’esterno.
Aneddoti degli psicoterapeuti e qualche indagine hanno già collegato delle sensazioni del corpo con alcune emozioni.
Ad esempio, se proviamo ansia o paura é facile che avvertiamo dei cambiamenti nel tratto gastro-enterico (possiamo sentire un senso di vuoto o un “pugno” allo stomaco, crampi, bruciore, brontolii, ecc.); le stesse emozioni possono dare luogo a disturbi del tratto genito-urinario (bruciori, minzione frequente o urgente, ma anche eiaculazione precoce, difficoltà di erezione o, per le donne, dolore durante la penetrazione).
La collera e la paura possono produrre delle tensioni a livello del sistema muscolo scheletrico (senso di rigidità, dolori sul retro del collo, nella parte alta della schiena, contrazione del massetere – muscolo mascellare, cefalea muscolo-tensiva, ecc.).
L’eccitazione sessuale, l’attrazione, la tristezza o l’ansia possono portare a modificazioni delle secrezioni liquide (acquolina in bocca, senso di “bagnato”, nei genitali, lacrimazione quando si é sconsolati e secchezza delle fauci o sudorazione dei palmi, della fronte e delle ascelle nell’ansia).
Imbarazzo o vergogna possono dare luogo a modificazioni termiche (vampate di calore al volto) e altrettanto può fare la paura (facendoci sentire freddo in generale o alle estremità).
Può perfino cambiare la percezione del peso: chi é felice può sentirsi leggero (e avere l’impressione di camminare a due spanne dal suolo) e chi é depresso può, per contro, avere la sensazione che ogni passo sia come muovere un macigno.
Sempre la paura, la collera o una grande e improvvisa felicità possono essere causa di alterazioni al sistema cardiocircolatorio (ad esempio, il cuore può avere aritmia, extrasistole, accelerazione o riduzione del battito, ecc.) o a quello respiratorio (la sensazione di mancanza d’aria che si prova quando si é ansiosi o di tirare un sospiro quando si prova un senso di sollievo).
Tornando all’attuale ricerca, Lauri Nummenmaaa, Enrico Glereana e colleghi, con l’obiettivo di elaborare una mappa delle sensazioni corporee legate alle emozioni, hanno reclutato 701 partecipanti, equamente divisi tra individui dei paesi scandinavi e asiatici.
A tutti sono stati mostrate due sagome di corpi (viste da davanti) sullo schermo di un computer; queste erano associate di volta in volta a espressioni verbali emotive, filmati o espressioni facciali; compito dei volontari era fare attenzione a quale parte del corpo provavano delle sensazioni in corrispondenza agli stimoli e poi segnarne la posizione nelle silhouette.
Ne é emersa una mappa topografica delle sensazioni statisticamente significativa e sovrapponibile per le popolazioni occidentali e orientali.
Molte delle emozioni primarie (sorpresa, paura, collera, disgusto, tristezza e felicità) erano associate a percezioni nella regione alta del torace (probabilmente in coincidenza con cambiamenti del respiro e della frequenza cardiaca). In modo analogo, sensazioni nella zona della testa erano condivise da tutte le emozioni per il fatto che riflettevano cambiamenti fisiologici nell’area del volto (tensione muscolare, temperatura della pelle, tic, ecc.).
In questa “rappresentazione grafica” le sensazioni localizzate nelle braccia o nelle mani venivano collegate all’approccio o al rifiuto, quindi ad emozioni rispettivamente come la felicità o la collera.
Per approfondire |
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Una diminuzione dell’attività negli arti veniva collegata alla malinconia.
Un aumento delle sensazioni dello stomaco o della gola sono state vissute in relazione al disgusto.
La felicità faceva testo a sé, invece di procurare delle sensazioni precise, dava luogo ad un incremento dell’energia dell’intero corpo.
Quanto alle emozioni più articolate (ansia, depressione, disprezzo, orgoglio, invidia e amore) la corrispondenza con le aree del corpo era più generica e maggiormente legata all’esperienza soggettiva. Per contro,
i sentimenti come l’ansietà o la depressione venivano descritti con la stessa accuratezza usata per le emozioni principali.