
Ansia: uno spray ci salverà
La potenza di queste molecole volatili dipende dal fatto che dai recettori nasali il messaggio viene inviato direttamente all’ipotalamo, la regione del cervello che elabora l’esperienza emotiva.
Lo stesso accade con i feromoni: sostanze, prodotte dal nostro organismo a partire dagli ormoni sessuali, secrete da particolari ghiandole che si trovano sotto la pelle , dette esocrine, e da qui diffuse nell’aria: la ricerca ha dimostrato che i feromoni sono l’unico vero e proprio afrodisiaco.
E’ proprio sulla base di queste considerazioni che Michael Liebowitz,Ester Salman, Humberto Nicolini e e altri studiosi della Columbia University di New York hanno pensato di usare questo canale come veicolo per un composto, il PH94B, che si é dimostrato efficace per placare l’ansia. Il PH94B appartiene ad una classe di sostanze, dette Ferine, chimicamente affini ai feromoni.
Comunemente, per il trattamento degli stati ansiosi vengono usate due classi di farmaci: gli antidepressivi (o più precisamente, ssri – inibitori della ricaptazione della serotonina) e gli ansiolitici (che aumentano la disponibilità del GABA, acido gamma-ammino-butirrico che ha effetti sedativi sul sistema nervoso centrale.
Tuttavia, entrambi questi rimedi hanno effetti collaterali non trascurabili. I primi, possono persino far sorgere idee suicide, riducono la libido e possono distubare il sonno; i secondi, stordiscono, rallentano l’efficienza mentale e provocano spossatezza. Inoltre, entrambi danno assuefazione e dipendenza.
Per accertare l’efficacia del farmaco e per verificare se la “via” dei feromoni fosse davvero permeabile, i ricercatori hanno reclutato 91 donne che soffrivano di fobia sociale. Il gruppo é stato diviso, senza alcun criterio, in due metà.
In un primo momento, a ogni partecipante é stato somministrato un placebo (sostanza del tutto inattiva); poi le volontarie sono state impegnate in attività per loro ansiogene, come parlare di fronte ad un gruppo o prendere parte ad un gioco di ruolo. Nel corso di queste esperienze le donne hanno compilato dei questionari di autovalutazione dell’ansia: al termine, si é così appurato che gli esiti dei questionari dei due gruppi erano analoghi.
Dopo questa prima fase di “rodaggio”, un gruppo ha ricevuto un’altra inalazione questa volta con la ferina e l’altro nuovamente con il placebo. A quel punto, le partecipanti hanno ripetuto le stesse esperienze della prima tranche.
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Un test ha quindi valutato lo stato d’ansia delle volontarie: e qui c’é stata la sorpresa: le donne che avevano “sniffato” il PH94B avevano vissuto la situazione con molta più rilassatezza e autocontrollo rispetto a quelle cui era stato somministrato il placebo. Effetti collaterali? Qualcuna ha riportato un lievi bruciore al naso e qualcun’altra un modesto mal di testa.
Superata (e con lode) questo primo “trial” sperimentale, la fase successiva sarà dotare i partecipanti di uno spray da portare con sé e provarlo in situazione critiche di vita vera…il passo per la realizzazione di un nuovo rimedio per l’ansia dall’effetto istantaneo e senza, pare, “side effects”, é comunque breve.