Pur essendo frettolosa, questa valutazione tende a radicarsi facilmente e condiziona i nostri atteggiamenti, le nostre aspettative e il nostro comportamento su quella persona.
Nonostante, un giudizio così spiccio appaia superficiale, é stato dimostrato sperimentalmente che si tratta di stime piuttosto precise e accurate: in una manciata di secondi possiamo capire il temperamento della persona; intuire le sue opinioni politiche; se ha pregiudizi razziali e perfino l’orientamento sessuale e via dicendo solamente guardandola.
Gli psicologi Thomas Cash Cash e Nancy Duncan hanno intuito che possiamo giungere a queste conclusioni, non solo basandoci su indizi minimi, ma che questi possono essere dinamici (posture, espressioni facciali, quantità di gesti, ecc.) o statici (abbigliamento, acconciatura dei capelli, aspetto più o meno curato, ecc.).
Mentre i primi hanno raccolto molta attenzione da parte della scienza; i secondi sono stati per lo più trascurati.
Uno studio dei ricercatori Neil Howlett, Karen Pine, assieme ad altri colleghi, ha indagato al riguardo, esaminando l’effetto che il modo di vestire suscita in noi quando ci imbattiamo in uno sconosciuto; in questo modo, questi ricercatori hanno hanno appurato che l’opinione che ci facciamo di questo qualcuno va ben al di là di un giudizio sul fatto che il suo aspetto risulti ben curato e ordinato.
Per il loro studio hanno scelto un uomo di corporatura e altezza standard cui era stato oscurato il volto; gli hanno fatto, quindi, indossare con un abito di sartoria o più ordinario (in realtà molto simili nella fattura); lo hanno fotografato e hanno sottoposto queste foto a un campione di 247 volontari.
Ne é emerso che che quando il soggetto vestiva in modo più elegante dava l’idea di essere più sicuro di sé, flessibile e con posizione sociale e lavorativa più elevata rispetto a quando appariva più comune.
Gli stessi studiosi hanno analizzato quanto l’abbigliamento potesse incidere nell’ambito del lavoro. In questo caso, hanno fatto indossare a delle modelle un abito formale: in un caso, la gonna era più lunga e nell’altro meno; inoltre, in quest’ultima versione la camicia veniva portata con l’ultimo bottone lasciato sbottonato. Le donne era, come prima fotografate e ne veniva coperta la faccia.
I giudici erano 129 partecipanti di sesso femminile che hanno valutato i ritratti sulla base di sei parametri: intelligenza, fiducia, affidabilità, responsabilità, autorità e organizzazione). Le modelle veniva indicate come potenziali candidate per ruoli diversi (dirigente o centralinista).
Ne é emerso che le modelle venivano ritenute meno competenti e adeguate se vestivano in modo lievemente più provocativo che se indossavano una “divisa” più conformista.
Se nello studio citato il capo d’abbigliamento ha messo in risalto quello che é solamente un pregiudizio, c’é un articolo che la dice lunga su di noi e in modo piuttosto preciso: le scarpe! Christian Crandall, Omri Gillath ed altri studiosi hanno studiato l’impatto che quest’ultimo accessorio provoca nella prima impressione.
Precedenti studi, hanno dimostrato hanno suggerito che i “calzari” possono tradire delle informazioni accurate come il grado di sicurezza in sé, l’ideologia politica, la cordialità, la felicità e il tempo e il piacere di stare all’aria aperta.
Nella nuova ricerca, per prima cosa sono stati raccolti dei dati: dei questionari dei proprietari delle scarpe-indizio relativi alla loro personalità, al tipo di relazione con gli altri e su dati demografici.
Successivamente, hanno reclutato 63 volontari, equamente distribuiti fra i sessi. Questi ultimi erano invitati a guardare delle foto di scarpe sul monitor di un computer; quindi sulla base di questa sola informazione dovevano valutare il temperamento di chi le indossava, il suo modo di stabilire un legame (amichevole o sentimentale), l’ideologia politica e quale fosse la loro cultura e provenienza etnica.
Alla fine di questo passaggio, gli studiosi hanno confrontato i questionari dei proprietari delle scarpe e degli “scrutatori” portando a dei risultati decisamente interessanti.
Per prima cosa, é emersa un’increbile coincidenza tra le descrizioni dei “modelli” e le valutazioni dei partecipanti, in particolare, riguardo alla serietà, alla cordialità, apertura mentale e estroversione; suggerendo così che i “calzari” possono rivelarsi un ottimo spunto per capire con chi abbiamo a che fare.
Naturalmente, questa corrispondenza non valeva in tutti i casi: ad esempio, i ricercatori hanno rilevato che chi tende ad avere un attaccamento morboso e ansioso verso il proprio partner spesso indossa delle scarpe scalcagnate, ma questo aspetto non veniva colto dagli estranei. Inoltre, i partecipanti, a volte, ragionavano sulla basi di pregiudizi: così reputavano che le persone scrupolose scegliessero delle scarpe raffinante, mentre non sempre era così.
Premesso questo, l’indagine ha messo in luce che esiste davvero un abbinamento tra tipo di personalità e stile delle calzature.
Ad esempio, si é appurato che le persone che sono molto sensibili al rifiuto (che, di conseguenza, hanno un legame asfissiante con i propri partner) tendono a prediligere scarpe nuove e in ottime condizioni: questa preferenza é in linea con la loro ossessione di apparire sempre inappuntabili, così da “esorcizzare” la paura di essere respinti per il loro aspetto.
Il contrario fanno gli individui schivi e incapaci di mantenere una relazione: proprio perché non si curano di ciò che gli altri pensano di loro, usano spesso scarpe logore e mal tenute.
Gli estroversi, tendendialmente gregari, allegri e amichevoli tendono ad indossare calzature dai colori accesi e sfavillanti.
Chi, di indole, é cordiale e generoso e modesto preferisce scarpe comode e ordinarie; per contro, evita scarpe appuntite, costose e con il marchio in bella evidenza. Se però é anche fortemente macho predilige le scarpe alte (come gli stivaletti o le Timberland).
Le persone coscienziose e scrupolose, amano l’autodisciplina, l’organizzazione e la cura dei dettagli: per queste ragione, é facile che un segno distintivo del loro modo di essere sia una calzatura classica, pulita, lustra e, se con il lacci, questi sono accuratamente annodati (sul genere delle Oxford).
Chi è emotivamente equilibrato tende a preferire calzature morbide e pratiche (come le scarpe da ginnastica, i mocassini o i sandali); invece, evita scarpe con la punta lunga e stretta o con i tacchi alti.
Per approfondire |
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Gli individui aperti, curiosi e con un grande gusto estetico si distinguono perché indossano calzature variopinte, stravaganti e luccicanti (stile Cavalli, per intenderci).
Laura Naumann, autrice di uno studio affine, commenta che la scelta delle scarpe esprime davvero qualcosa su chi lo indossa; questo vale soprattutto in circostanze o eventi speciali, come lauree o matrimoni. “Una volta”, racconta, “ho visto una sposa che aveva organizzato un matrimonio molto tradizionale, ma sotto il suo abito classico calzava delle “Converse All-Star” rosse fiammanti” … e proprio da quel dettaglio, aggiungiamo noi, dava a vedere qual’era la sua vera indole.