
Le preferenze alimentari e la personalità
Tuttavia, la predilezione per determinati gusti può nascere in tempi ancora più precoci e cioé quando il bambino é ancora feto.
Se la mamma ha determinate “voglie” queste saranno trasmesse al nascituro, che, dopo latte materno e pappette può mostrare inconsuete preferenze alimentari come alici, cavoli o ribes.
Anche la cultura d’appartenenza può influenzare il nostro appetito: ad esempio, i francesi hanno una spiccata predilazione per i formaggi; i tedesci vanno matti per salsiccia, crauti e patate e noi italiani difficilmente rinunceremmo ad un piatto di pasta o alla pizza.
Pure il genere sessuale da il suo contributo: in generale, gli uomini trovano più appetibile le carne, mentre le donne preferisco i dolci; questo desiderio sembra essere legato agli ormoni: fluttua con il ciclo mestruale e con la menopausa viene praticamente perso.
Perfino gli stereotipi sessuali condizionano la scelta e la quantità: gli uomini sono più attratti da qualcosa che aumenti forza e resistenza; viene da sé che mangino più cibo proteici e in modo più abbondante dell’altro sesso.
Le donne, per contro, sono più inclini a mangiare cose che consentano loro di mantere linee e curve: così, le loro porzioni sono più ridotte e il cibo meno sostanzioso e più dolce.
Con un sondaggio condotto su oltre 1000 partecipanti Brian Wansink, Matthew Cheney e Nina Chan hanno scoperto che le differenze tra i due sessi valgono anche per i cosiddetti “cibi consolatori” (quelli che mangiamo per noia, frustrazione o perché siamo giù di corda)
Ad esempio, il “sesso forte” tende a scegliere pietanze che di norma vengono mangiate ai pasti (come bistecche, zuppe o comunque cibo cotto); meglio se calde e “generose”.
Le donne, invece, sono più inclini a dedicarsi a cibi che si consumano negli spuntini spuntini (come cioccolato o gelato).
Quanto all’età, i più giovani gradiscono alimenti da snack e i più anziani cibi più nutrienti; in un’indagine affine, ma sui gusti in generale, Lewis Goldberg e Lisa A Strycker hanno rilevato che le persone in là con gli anni hanno una dieta con un maggior quantità di fibre rispetto a chi é “imberbe”.
Naturalmente, come ognuno di noi ha una predilezione per un determinato tipo di musica, per il luogo ideale per le vacanze, per certi colori e via dicendo, lo stesso discorso vale per le preferenze alimentari … e, come per gli altri tipi di preferenze, anche queste ultime sono legate alla personalità.
In uno studio, in ricercatori australiani Anthony Saliba, Kate Wragg e Paul Richardson hanno dimostrato, ad esempio, che l’impulsività, specie se abbinata ad una certa rigidità mentale, é spesso collegata al preferenza per i sapori dolci.
Nella loro indagine sono stati coinvolti 45 volontari di entrambi i sessi e di età media attorno ai 43 anni, cui sono stati fatti degustare un vino fruttato (edulcorato con un aggiunta di zucchero) e uno secco.
A tutti è stato chiesto quale gradissero e dopo aver espresso le loro preferenze hanno completato una serie di test di personalità.
Ne é emerso appunto che più uno prediligeva il sapore dolce, maggiore era la sua propensione ad essere e piuttosto restio alle novità e ai cambiamenti.
Nadia Byrnes e John Hayes hanno invece appurato che chi ha una spiccata predilezione per il cibo piccante ama le sensazioni forti, l’adrenalina, il pericolo e in chi é particolarmente attratto dalla ricerca del piacere e ha scarsi freni inibitori.
Avere una marcata preferenza per i sapori amari, come il caffè senza zucchero o l’acqua tonica potrebbe indicare una tendenza ad essere pieni di sé, egocentrici, privi di scrupoli e opportunisti.
Lo prova un’indagine condotta da Christina Sagioglou e Tobias Greitemeyer su 953 individui di entrambi i sessi.
L’analisi ha messo a confronto il gusto per il sapore amaro e le tendenze antisociali, misurare con dei test di personalità.
Ne è emerso che chi predilige in modo spiccato l’amaro é incline ad avere un’inclinazione al sadismo e alla psicopatia.
Per contro, se qualcuno trova particolarmente sgradevole questo gusto é facile sia amabile, cordiale ed empatico.
Anche il consumo dei prodotti della terra può essere legato alla personalità: é quanto risulta da uno studio di un’equipe di ricercatori belgi capitanata dal medico Gert-Jan de Bruijn.
L’esito della loro indagine ha dimostrato, infatti, che la “palma d’oro” dei vegetariani spetta a chi ha un temperamento amichevole, collaborativo e sensibile; i più ghiotti di frutta sono invece gli individui dalla mentalità aperta e vivace.
Abbiamo visto che i gusti estremi sono connessi a determinate attitudini, ma qual’é il quadro dì personalità di chi mangia in modo sano ed equilibrato?
Per approfondire |
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A dare una risposta a questo quesito ci hanno pensato gli psicologi René Mõttus, Anu Realo, Jüri Allik, assieme ad altri colleghi.
Con un’indagine su un vasto campione di volontari (1.691 adulti, di età
fra 18 e gli 89 anni) hanno messo a fuoco le caratteristiche di chi mangia bene.
Deve essere stabile sul piano emotivo, fortemente estroverso, con la mente aperta e piuttosto coscienzioso…un insieme di qualità che, verosimilmente, non portano solo a seguire una dieta salutare, ma in generale, a vivere in modo sano e sereno.