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La fila causa stress

La fila causa stress

Enrica Belloni, La Oggi, n. 12 del 16/03/2017, pagg. 96-97 -intervista a Marco Pacori.

Passiamo quattro anni della nostra vita in coda, dice uno studio dello psicologo Adrian Furnham, docente all’Università di Londra (Ucl). E non siamo per niente felici.

«Stare appiccicati e immobili ci irrita», spiega Marco Pacori, psicologo esperto in linguaggio del corpo.

Ognuno di noi vuole mantenere uno spazio intorno a sé: è la cosiddetta -bolla prossemica -; se qualcuno entra è come se ci toccasse e c’infastidisce”.

Una ricerca ha misurato questo stress: quando siamo fermi in coda aumentano la frequenza cardiaca e il ritmo del respiro, crescono la temperatura della pelle e la sudorazione (con ovvie conseguenze).

Parallelamente, ci manca il respiro, perché cala l’ossigeno e cresce l’anidride carbonica. Vi sembra un supplizio?

Tranquilli: ci sono modi per abbreviarlo e renderlo più sopportabile. Le code ci irritano perché siamo troppo ammassati: solo agli intimi permettiamo di stare a meno di 45 centimetri da noi.

Mettetevi a sinistra
La maggior parte delle persone tende a dirigersi verso destra, la mano dominante: voi fate l’opposto e andate a sinistra. Se siete in un negozio, osservate velocemente il cassiere: se vi pare troppo loquace, cambiate fila. Attenti alle persone in coda: all’aeroporto, per esempio, i più veloci sono gli uomini in giacca e cravatta, meglio se orientali.

Snobbate le casse veloci.

Al supermercato non cadete nella trappola della cassa veloce: meglio due-tre persone con il carrello pieno che tante con poche cose. A incidere, dicono gli esperti, più del numero degli oggetti, sono í 41 secondi che servono ai cliente per salutare, pagare e congedarsi. Alcune catene hanno adottato la coda unica alle varie casse: scelta corretta, è la più veloce.

Le app per evitare file

Contro le code, la tecnologia ci corre in aiuto: dal computer, per esempio, possiamo prenotare í biglietti del treno, del cinema, del teatro e ritirarli alla cassa. Anche lo smartphone può essere utile: basta scaricare qualche app in grado di farci evitare le code e farci risparmiare tempo e stress.

Neutralizzate i furbetti

Come neutralizzare i furbetti? “Attivate la visione periferica, che vi permette di cogliere i movimenti di chi vi circonda“, consiglia Marco Pacori. “Il vostro vicino fa un passo in avanti? Imitatelo, per mostrargli che non intendete cedere il passo e piazzatevi davanti. Se vi superano fate notare con un tono di voce basso, ma deciso, che è il vostro turno“.

Spogliatevi e leggete

II tempo passa più in fretta con la coda attiva. «Conversare con il vicino aiuta, ma se non vi ispira, isolatevi», spiega lo psicologo. “Ascoltate la musica in cuffia, mandate qualche e-mail; portatevi un libro o leggete il giornale. Toglietevi il cappotto, vi sentirete più a vostro agio; per rilassarvi tenete in tasca un fazzoletto con una goccia di essenza di lavanda, calmante“.

Non hai tempo? Chiama il codista

L’ultima spiaggia per chi non ha tempo, perché lavora tutto il giorno o è costretto a casa? È il codista, ovvero: quello che fa le code al vostro posto.
Il mestiere l’ha inventato Giovanni Cafaro, ex direttore marketing di un’azienda (nella foto a destra). “È un’idea che mi è venuta tre anni fa, quando sono rimasto senza lavoro; mentre ero alla posta, mi sono chiesto: “Perché non fare la coda al posto degli altri?”.

Detto, fatto: l’attesa negli uffici pubblici per sbrigare le pratiche è diventato il suo nuovo impiego. Ora in Italia esistono 300 codisti: costano 10 euro all’ora e sono pagati con partita Iva o in alcuni casi assunti con un vero contratto.

Per approfondire

Le doti fondamentali: grande pazienza e calma, indispensabili per gestire gli inevitabili disguidi o affrontare le persone più moleste: i furbetti, che cercano di intrufolarsi nella fila, ma anche gli impiccioni,

che vogliono aiutare ma spesso sono invadenti”, racconta Giovanni.

Infine, occorre arrivare preparati: studiare le pratiche per evitare code inutili e per capire subito a chi rivolgersi risparmiando tempo.

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