
Un antidoto contro lo stress
Meno scontato é il fatto che fare ginnastica apporti un beneficio anche sul piano psicologico: recenti ricerche mettono in luce che riduce frustrazione e tensione emotiva, migliora l’umore e la qualità del sonno, e, probabilmente di rimbalzo, aumenta la fiducia in sé stessi e ci rende più appagati sul piano relazionale e sociale.
L’effetto positivo della ginnastica sulla mente é stato attribuito al rilascio di triptofano (un precursore della melatonina-regola il ritmo veglia-sonno- e della serotonina-modula l’umore), delle endorfine (antidolorifici prodotti dall’organismo) e, soprattutto dell’anandamide (l’equivalente endogeno della marijuana).
Un nuovo studio condotto da un’equipe svedese guidata dal fisiologo Jorge Ruas, ha ora scoperto che a queste sostanze se ne aggiunge una quarta: PGC-1α1.
Già si sapeva che questa molecola é una panacea per l’organismo: stimola la crescita di vasi sanguigni e mitocondri (le centrali “elettriche” delle cellule).
La nuova indagine ha messo in luce che svolge anche un’importante funzione “anti stress”, agendo come “salvaguardia” del cervello.
Per verificarlo hanno messo provocato un “esaurimento nervoso” a un gruppo di cavie: togliendo loro il cibo sotto il naso, stordendole con luci stroboscopiche e assordandole con un fracasso assordante.
Dopo cinque settimane di queste “premure”, i roditori hanno dato segni di depressione: ad esempio, bevevano di meno o restavano pressoché immobili se immersi in una vasca.
Successivamente, i ricercatori hanno riservato lo stesso trattamento a topi che erano stati geneticamente modificati, in modo che il loro apparato muscolare producesse alti livelli di PGC-1α1.
Questi topolini, curiosamente, non davano la minima idea di essere sfiniti o “demotivati” dopo il periodo di maltrattamenti.
“A loro“, ha commentato Maria Lindskog, neuroscienziata e coautrice dello studio, “non è successo niente”. In pratica, la sovrapproduzione di PGC-1α1 ha “tutelato” il cervello, attraverso un meccanismo diverso da quello delle altre sostanze “antistress”, come la serotonina (che agisce dall’interno del sistema nervoso centrale).
Il muscolo potenziato (anche dall’attività fisica) é, infatti, indotto a produrre una proteina che filtra la “spazzatura” del metabolismo. “In questo senso, la funzione della muscolatura scheletrica é simile quella del rene o del fegato”, puntualizza Ruas.
Non paghi, gli studiosi hanno iniettato chinurenina (un metabolita che l’organismo secerne quando abbiamo i “nervi a fior di pelle”) alle due categorie di topi.
Nei topi “al naturale” cui era stata somministrata la sostanza erano stati osservati sintomi di “depressione”.
Per contro, nei “sorci” mutanti, la PGC-1α1 saliva di pari passo con i livelli di un enzima (KAT) che aveva contribuito a trasformare la chinurenina in un composto chimico diverso. Questo enzima, infatti, converte la chinurenina nell’acido chinurenico.
La nuova molecola prodotta aveva difficoltà ad attraversare la barriera emato-encefalica (che separa il cervello dal resto dell’organismo) e quindi a innescare i processi biologici che accompagnano la condizione di stress.
Questo esperimento fa capire, quindi, che maggiore è l’attività fisica, più i muscoli secernono PGC-1α1, proteggendo il cervello dalla depressione.
In seguito, Il team ha utilizzato un protocollo analogo su degli esseri umani: un gruppo cui non era stata data nessuna indicazione e un altro cui era stato suggerito di “tenersi in forma” con l’esercizio aerobico.
Per approfondire |
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Dopo tre settimane di “tortura” è stato riscontrato che i muscoli di questi ultimi avevano prodotto elevate concentrazioni di PGC-1α1 e di altre sostanze chimiche che hanno contribuito a mantenere bassi livelli di chinurenina nel cervello.
In definitiva, lo studio mette in evidenza che praticare regolarmente dello sport costituisce un efficace antidoto per contrastare gli effetti di traumi emotivi e i disturbi dell’umore.