
La nuova psicosomatica
Attualmente, la scienza ha gettato luce su questi collegamenti, i pensieri prendono letteralmente corpo nel rilascio di mediatore chimici, che a loro volta provocano cambiamenti nelle strutte ghiandolari, nel sistema immunitario e nei tessuti dell’organismo.
Ora, Un recente studio aggiunge un nuovo tassello a questo quadro: un’equipe di neuroscienziati dell’Università di Pittsburgh ha, infatti, scoperto che il midollo surrenale (uno dei punti chiave della risposta allo stress) riceve input, non solo dall’ipotalamo, ma anche da regioni cerebrali sede dell’elaborazione motoria e cognitiva.
La regione midollare delle ghiandole surrenali (poste sopra i reni) svolge un ruolo cruciale nella risposta alle minacce: rilascia, infatti, due ormoni detti “catecolamine”, adrenalina e noradrenalina; la prima “arma” l’organismo, inducendo, tra l’altro, un aumento della frequenza cardiaca, del flusso sanguigno verso i muscoli e il cervello e un aumento della glicemia; mentre la seconda agisce soprattutto sulla pressione arteriosa.
Per verificare l’ipotesi che il metabolismo del midollo surreale possa essere regolato anche da altre regioni cerebrali non legate allo stress, i neuropsichiatri Richard Duma, David Levinthala e Peter Strick hanno utilizzato un innovativo metodo di tracciamento con l’inoculazione direttamente in sede di una versione inattivata del virus della rabbia.
Questo virus (che è stato iniettato in esemplari di cebo cappuccino – scimmie che dispongono di un cervello con aree sovrapponibili a quelle dell’essere umano) consente di mettere in evidenza lunghe catene di neuroni interconnessi, così da risalire al punto di partenza e d’arrivo di un circuito neuronale.
L’esito di questa indagine ha messo in risalto una connessione tra la corteccia cingolata anteriore e midollo surrenale. Quest’aerea cerebrale si attiva quando avvertiamo un senso di conflitto o siamo consapevoli di aver fatto un errore e di provvedere; inoltre, ci dà modo di prevedere le conseguenze delle nostre azioni e di stabilire se le reazione sono adeguata al pericolo percepito.
Tra l’altro, é una regione che si “anima” durante le pratiche di meditazione, il che significa proprio l’esercizio di queste ultime aiuta a controllare la risposta allo stress.
Un’altra area del cervello che regola il funzionamento dei surreni è una parte della corteccia motoria primaria che presiede al controllo del movimento e delle posture che consentono di mantenere l’equilibrio.
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Nel complesso, questi risultati provano l’esistenza di connessioni, fin’ora inimmaginabili, tra movimento, attività cognitiva e le secrezioni di uno degli “snodi” più importanti nella risposta alla paura e alla tensione emotiva.
Questa scoperta spiegherebbe perché discipline come Yoga, Pilates e perfino
il ballo (che presuppongono l’acquisizione di abilità motorie come la coordinazione, la flessibilità e l’armonia) possano risultare efficaci per contrastare lo stress e le reazioni ansiose. Inoltre, apre la strada anche a nuove strategie di intervento (non farmacologico) che prendano spunto proprio dagli “allacciamenti messi in luce.