Salta sicuramente meno all’occhio, ma anche il torso con la sua forma, la larghezza delle spalle o della cassa toracica, la dimensione del petto, i punti in cui si deposita l’adipe, posture, mobilità e movimento contribuiscono non poco a farci capire chi abbiamo di fronte.
Così, seppure maglie e abiti abbondanti possono mascherare la sagoma del tronco certi dettagli non scompaiono: una donna anoressica, ad esempio, può nascondere la magrezza di braccia e gambe in questo modo, ma difficilmente riuscirà a cammuffare un torso esile; lo stesso discorso vale per un uomo che soffra di ginecomastia, cioé che abbia un seno prominente (segno di un alto livello di ormoni femminili).
Altre volte, il torace può essere esaltato: é il caso di uomini palestrati che vogliano esibire dei pettorali robusti (a volte, per compensare un senso di inferioritò) o di una donna che indossi maglie con la scollatura ampia per lasciare intravedere il petto (anche qui può essere uno stratagemma per attirare gli occhi dei maschi o un modo per distogliere l’attenzione da altri parti del corpo – o dal volto – meno attraenti).
Il torso é una regione del corpo che da un importante contributo all’attrazione maschile e femminile: diverse indagini hanno dimostrato che alle donne piace un uomo che abbia il busto a “V”, con le spalle large e i fianchi stretti; gli uomini, invece, sono attratti da una silhouette a clessidra, in cui l’elemento che colpisce di più non é il seno, come si potrebbe pensare, ma il rapporto vita-fianchi: la proporzione ideale delle due regione é di 0,70; in cui la vita sia il 70% della larghezza del bacino.
Il motivo di questa preferenza é che segnala un elevato potenziale riproduttivo: in altre parole, questa forma é data dall’effetto secondario di un alto tasso di estrogeni (gli ormoni femminili), segnalando (seppure al fuori della consapevolezza) una grande fertilità e una capacità di portare a termine il concepimento.
Questo dettaglio anatomico é così importante che le donne con questo rapporto (ad esempio, Marylin Monroe o Kate Moss) vengono ricordate meglio, così come le cose che le riguardano. Lo hanno scoperto gli psicologi Carey Fitzgerald, Terrence Horgan e Susan Himes.
Per dimostrarlo, gli studiosi hanno ingaggiato 218 uomini, mostrando loro delle immagini in cui questa silhouette é stata manipolata digitalmente in modo da renderla più o meno accentuata.
Inoltre, assieme alle sagome femminili sono state date loro delle informazioni biografiche relative a queste figure. Ne é emerso che “galletti” avevano tenuto a mente, oltre all’aspetto, anche il suo nome, la sua età, il luogo in cui viveva e così via.
La postura, la tonicità – o la sua assenza – e il modo in cui viene mosso il tronco possono far trasparire le emozioni: nella rabbia, ad esempio, il petto può essere gonfiato e rimanere “tronfio”; nell’ansia, la respirazione si fa alta e il petto si alza e si abbassa velocemente; inoltre, il respiro può venire sospeso per qualche attimo, come se l’individuo restasse “impietrito”.
Quanto si prova un senso di paura il busto può essere scosso da convulsioni e tremori e le spalle vengono, spesso, sollevate, come a proteggersi; nell’eccitazone emotiva o sessuale, il busto appare molto tonico e arcuato in avanti; per contro, nella rilassatezza, il corpo é morbidamente adagiato su uno schienale o, in posizione eretta, appare disteso, con il respiro lento e regolare.
Al riguardo, Kayla Fewster e Sylvain Grenier, ricercatori alla Lauretian University in Canada, hanno mostrato delle immagini piacevoli, sgradevoli e neutre ad un gruppo di 15 soggetti per un tempo di 5 secondi per ogni scena. Allo stesso tempo hanno registrato la tensione muscolare del loro torace.
In questo modo, hanno rilevato che, vedendo le immagini raccapriccianti, i soggetti tendevano a ripiegare ed accartocciare il torace a mo’ di guscio.
Janette Zamudio Canales, Táki Athanássios Cordás, Juliana Teixeira Fiquer e altri studiosi, confrontando la posa del tronco di individui depressi con quella di soggetti sani e misurando le differenze anatomiche hanno rilevato che i primi mostrano una flessione della testa verso basso, una curvatura della parte alta della schiena, il bacino spinto in avanti e un sollevamento della scapola sinistra.
Gli antropologi Markus Koppensteiner, Pia Stephan e Johannes Paul Michael Jäschke, per esaltare il movimento hanno mostrato a dei giudici dei cortoni con figure stilizzate di politici reali ripresi durante delle conferenze: ne é emerso che più uno ondeggiava il busto e il suo movimento era espansivo, più dava l’impressione di essere dominante.
Per contro, i relatori che mantenevano la parte superiore del corpo più ferma e gesticolavano in maniera meno animata apparivano più affidabili.
La postura del busto può dipendere anche dai tratti di personalità. Lo hanno dimostrato Sylvain Guimond e Wael Massrieh, ricercatori rispettivamente della McGill e della San Diego University, negli USA.
Nella loro indagine hanno coinvolto 100 volontari (50 uomini e 50 donne) di età di 13-82 anni, dei quali hanno analizzato la postura del busto con un’apposita tecnologia, il Biotonix, e il profilo di personalità con il noto test Myers-Briggs Type Indicator.
In questo modo, gli autori hanno appurato che le differenze più significative si rilevavano per gli aspetti opposti “Estroversi-introversi”.
Tra chi era spiccatamente estroverso, la postura del tronco era rilassata e le cifosi (le curve della colonna dorsale) mostravano l’inclinazione meccanica ideale: questo vale per il 96% di coloro in cui era stata rilevato questo tratto in modo marcato.
Per contro, gli introversi tendevano a mostrare una spina dorsale piuttosto dritta nella regione inferiore e a oscillare verso dietro.
Per comprendere le ragioni per cui estroversi e introversi tendono a tenere una posizione diversa del busto bisogna risalire alle reazioni ataviche allo stress.
Per approfondire |
Quando ci si sente forti e combattivi, in situazioni di stress entra in gioco la spinta all’azione: in questo caso, la curvature fisiologiche della schiena servono a fornire il giusto “trampolino” per affrontare il pericolo. La prontezza all’azione che é un tratto tipico degli estroversi li porterebbe a mantenere sempre questa postura.
Il contrario varrebbe per gli introversi: qui la paura la fa da padrone e porta chi ha questa inclinazione a ritirarsi a contrarre la muscolatura addominale e a raddizzare la parte bassa della colonna dorsale; una posizione che determina uno stato di instabilità motoria e che, spiega, quindi, le oscillazioni registrate.