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Il potere dell’odore personal

Un esperimento chiarisce perché associamo le fragranze a personalità, età, professioni.

Mai trovato che il profumo che usa una persona che conosciamo rispecchi veramente la sua personalità, il suo stile di vita o la sua professione o che, al contrario, non le si confà proprio? Probabilmente sì. E’ infatti un’esperienza decisamente comune.

A dispetto di una credenza piuttosto diffusa, questo abbinamento non dipende tanto dalla compatibilità tra il naturale odore della pelle e la fragranza del profumo; il più delle volte, infatti, questa sensazione di buon accostamento è frutto di un apprendimento inconscio. 
In altre parole, con l’esperienza impariamo ad associare determinate essenze o “caratteri” del profumo (dolce, speziato, pungente, giovanile, ecc.) a un certo tipo di persone, ad un dato status o ad una particolare occupazione, al modo affrontare la vita o addirituttura all’età: così uno “chanel n° 5” lo percepiamo adatto ad una persona anziana e un profumo fresco e delicato ad un individuo giovane e vivace (e lo troviamo più indicato nel periodo estivo che in quello invernale). Un’acqua di colonia muschiata, secca e compatta, la riteniamo ad hoc su un professionista serio o su chi possiede una personalità rigida e conservatrice e via dicendo. 
Un recente esperimento dei ricercatori Degel e Koster del “Centre Européen Des Sciences Du Gout” di Djion in Francia ha fornito ora le prove sperimentali di come sviluppiamo associazioni come queste. 
Per provarlo, questi studiosi hanno reclutato 108 individui a cui hanno fatto svolgere dei test in stanze profumate al gelsomino, alla lavanda oppure non deodorate. 
Più tardi tutti i soggetti sono stati riuniti in un’ampia sala e qui sono stati fatti assistere ad una proiezione di diapositive che raffiguravano diversi ambienti, compresi quelli in cui era iniziato l’esperimento. 
Dopo aver guardato le scene, i partecipanti venivano invitati ad annusare 12 ampolle con differenti fragranze (tra cui, gelsomino, lavanda e una sostanza inodore) e ad esprimere la loro opinione su quali tra questi odori fossero adatti agli ambienti ritratti. Metà delle immagini, in realtà, conteneva degli elementi d’arredo – ripresi ai margini delle foto – dello stesso genere di quelli presenti nelle stanze dei test (oggetti in pelle e macchine del caffè). 
Al termine, veniva chiesto a tutti di dare un giudizio sulla gradevolezza o meno dei 12 aromi ,di dire il loro nome e di riferire quando li avessero sentiti l’ultima volta. 
Su oltre 100 persone, solo una si è mostrata capace di riconoscere il gelsomino e di ricordarsi che era presente nella “sala test”. 
Degli altri, nessuno era in grado di collegare odori e luogo di compilazione dei questionari. 
Comparando i giudizi su gelsomino e lavanda e risultati dei test, ci si è accorti che il primo ha un effetto positivo nel migliorare le performance, mentre il secondo le peggiora. 
Ma l’aspetto più interessante è emerso valutando i giudizi di approprietezza degli odori ad un dato ambiente: era sufficiente che nell’ambiente fotografato ci fosse un oggetto (una poltrona in cuoio, ad esempio) che richiamasse la stanza dei test profumata per far ritenere ai soggetti che lavanda o gelsomino fossero adatti al locale ritratto … l’esito è ancora più sorprendente considerato che nessuno era cosciente di aver colto un qualsiasi odore nel luogo dove aveva compilato i questionari né, men che meno, di aver notato gli “spunti” visivi che riallacciavano quelle stanze agli ambienti visti sullo schermo. 
Riprendendo a questo punto il discorso fatto all’inizio, è probabile che nello stabilire se un profumo è in “linea” con una data persona, operiamo con un processo analogo a quello descritto nell’indagine illustrata. Detto altrimenti, nel corso dello sviluppo ci troviamo ad interagire con persone che appartegono a determinate categorie e attestano il loro “farne parte”, vestendo in un dato modo e facendo uso di un certo genere di profumi. 
Così, da adulti, nel momento in cui incontriamo qualcuno che per il suo aspetto, il suo modo di fare o il suo abbigliamento ci fa supporre di rientrare in una particolare “classe”, automaticamente siamo in grado di giudicare se il suo profumo gli si “attaglia” o meno ed eventualmente quale tipo di colonia o profumazione gli “calzerebbe” a pennello.

Per approfondire l’argomento:

Marco Pacori:
I Segreti del
Linguaggio del Corpo

ed. Sperling&Kupfer,
ottobre 2010
Marco Pacori:
Il Linguaggio del
Corpo in Amore

ed.Sperling&Kupfer,
ottobre 2011
Marco Pacori:
Il linguaggio segreto
della Menzogna

ed.Sperling&Kupfer,
ottobre 2012

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