Accarezzarsi il volto, abbassare lo sguardo, tenere le braccia conserte o muovere i piedi sotto il tavolo: sono gesti che compiamo continuamente e, spesso, inconsapevolmente, ma che hanno un significato. Il nostro corpo comunica.
Le parole vengono dopo. Si può capire quali emozioni sta provando una persona soltanto osservandola con attenzione. E può capitare che il nostro interlocutore, con uno sguardo o un sorriso, dica l’esatto opposto di quanto sta sostenendo con le parole. I significati di alcuni gesti sono chiari e comprensibili a tutti. Altri sono impossibili da decifrare, a meno che non si sia esperti nel linguaggio del corpo. Senti chi parla “Il linguaggio del corpo – spiega Marco Pacori, psicologo goriziano specializzato nella comunicazione non verbale – è l’insieme dei segnali acquisiti. Questi si dividono in emblemi e universali. Tra i primi si possono annoverare il segnale dell’ok o dell’autostop. Gli universali sono quelli condivisi da tutti e che rivelano le emozioni. Tra questi, possiamo citare l’accarezzarsi i capelli, il leccarsi le labbra, il toccarsi il naso, il togliersi una secrezione lacrimale, lo stare a braccia conserte o il muovere i piedi. Tutti questi segnali rivelano emozioni positive o negative. Significano provare piacere l’inumidirsi le labbra o il toccarsi i capelli; al contrario, vogliono dire rifiuto l’accavallare le gambe o lo sfregarsi il naso. Ma l’abbassare il tono della voce o lo schiarirsi la gola hanno un altro significato ancora: vogliono dire che si è in tensione”. Oltre le parole E tutti questi segnali sono prodotti in modo involontario e inconsapevole. “L’uomo parla con il linguaggio del corpo continuamente e ogni gesto è destinato al nostro interlocutore, a seconda di quello che dice o che fa. La sensazione che proviamo davanti a un’altra persona, mentre parliamo o semplicemente stando vicini, fa sì che si inneschi immediatamente una reazione. E reagiamo con il corpo prima che con le parole. Toccarsi il naso con un dito, per esempio, grattarsi lo zigomo, fingere di togliersi le briciole dalla giacca sono tutti segnali negativi. Significano che chi ci sta di fronte non ci ha dato una buona sensazione”. Sul luogo di lavoro Si comunica con il linguaggio non verbale in qualsiasi situazione interpersonale. “La comunicazione non verbale funziona nell’approccio con l’altro sesso, durante un colloquio di lavoro o, ancora, parlando con il capoufficio o con i colleghi. Conoscere questi segnali aiuta a interpretare il loro significato senza che l’interlocutore se ne renda conto. Durante un colloquio di lavoro, per esempio, assumere una postura raccolta, con la testa incassata tra le spalle, tamburellare con le dita sul tavolo, pizzicarsi uno zigomo, o manipolare un oggetto sono tutti segnali che danno un’impressione non piacevole a chi ci sta di fronte. L’effetto che se ne ricava è sgradevole e chi giudica ha una sensazione negativa anche se, in realtà, la candidatura potrebbe essere valida. In qualsiasi situazione il primo impatto si ha senza bisogno di parole, sulla base di quello che si è comunicato con i gesti”. E come si dice, la prima impressione è quella che conta. Nel corteggiamento I gesti più tipici ed evidenti riguardano la seduzione. “C’è tutta una serie di segnali che soprattutto la donna compie per invitare l’uomo. Per esempio, quando in una sala, lei cammina senza posare lo sguardo su nessuno in particolare, ma fa percorsi tortuosi per stare vicino a chi le interessa, o ancora si accarezza i capelli o si inumidisce le labbra con la lingua. Anche l’uomo ha un repertorio di gesti legati alla seduzione che dimostrano e mettono in evidenza la sua virilità e mascolinità. Lui, per esempio, si massaggia il collo, o mette in evidenza i muscoli dell’avambraccio e delle cosce, accarezzandosi ripetutamente”. Giù la maschera Ma ci sono anche gesti legati alla menzogna, che diventano evidenti proprio nel momento in cui si dice una bugia. “Anche in chi mente i gesti possono essere rivelatori. A un particolare modo di gesticolare corrisponde sempre un indizio”. Ma come si fa a smascherare un bugiardo? “Chi non dice la verità, in genere, tiene le braccia vicino alle cosce, o incrociate. Se è seduto, il bugiardo tiene le mani sotto le gambe, oppure porta la mano sinistra, che corrisponde al lato emotivo del corpo, davanti a sé. Chi mente ed è messo sotto pressione tende a manipolare il primo oggetto che gli capita a tiro e, ovviamente, evita lo sguardo diretto. Questo è il gesto più evidente: evitare di incrociare lo sguardo dell’interlocutore. Ma chi mente, finge anche quando sorride. Abbiamo almeno una cinquantina di sorrisi diversi. Per capire se la risata di chi abbiamo di fronte è autentica, dobbiamo stare attenti agli occhi. Se gli occhi ‘non ridono’, il sorriso è finto. Inoltre, bisogna fare attenzione al modo di parlare. Se il tono della voce di chi vogliamo sbugiardare si alza o si abbassa, se mangia le parole o parla molto in fretta, stiamo per smascherarlo”. “Ma, attenzione – conclude Pacori -. I bugiardi più incalliti non sanno cos’è il rimorso. Quindi, quando mentono, non provano emozioni e non compiono nessun gesto che riveli la loro mala fede. Insomma, bisogna essere veri esperti per riuscire a coglierli in fallo”.
Per approfondire l’argomento:
Marco Pacori: I Segreti del Linguaggio del Corpo ed. Sperling&Kupfer, ottobre 2010 |
Marco Pacori: Il Linguaggio del Corpo in Amore ed.Sperling&Kupfer, ottobre 2011 |
Marco Pacori: Il linguaggio segreto della Menzogna ed.Sperling&Kupfer, ottobre 2012 |
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