
Fare arte riduce lo stress
Non é solo una constatazione che possiamo fare nella nostra esperienza quotidiana, ma anche un dato emerso da una meta-analisi (un “tirare le somme” su un ammontare di studi), condotta da un’equipe olandese capitana da Matthijs Baas, su numerose ricerche sul tema.
Ma é vero anche l’inverso: cioé, dedicarsi all’attività artistica può dare sollievo alla tensione emotiva e migliorare o donarci il buon umore?
Una recente indagine condotta dagli psicologi Girija Kaimal, Kendra Ray e Juan Muniz nei laboratori della Drexel University, in Pennsylvania Ha dato prova che, in effetti, dare libero sfogo all’estro é un ottimo tonico per il nostro equilibrio psicologico.
I ricercatori hanno coinvolto nell’esperimento 39 adulti di età compresa tra i 18 e i 59 anni. I volontari sono stati invitati a dedicarsi a delle attività artistiche per 45 minuti: riempire con i colori una figura stampata, fare un disegno a matita, pasticciare con pastelli o tempere o modellare il pongo. Per consentire a tutti di esprimersi come meglio credevano, ogni volontario é stto dotato di diversi tipi di materiali e strumenti.
Prima e dopo lo “svago” sono stato prelevati dei campioni di saliva per analizzare il tasso di cortisolo (il cosidetto “ormone dello stress”), così da avere una misura obiettiva delle fluttuazioni della tensione emotiva.
Una volta scaduto il tempo, sono stati nuovamente prelevati dei tamponi di saliva: la comparazione tra l’analisi del primo e del secondo prelivevo ha messo in luce che,in quasi tutti i volontari (il 75%), lo stress era calato in modo sorprendente: nel restante 25% il cortisolo era curiosamente aumentato, per quanto dichiarassero di aver vissuto, comunque, un’esperienza piacevole.
Verosimilmente, commentano gli autori, in chi era stato rilevato un innalzamento del cortisolo, lavorare con materiale plastico o pennelli ha suscitato un senso di eccitazione, indicato, appunto, da un aumento del tasso dell’ormone surrenale.
Esaminando l’effetto sul piano soggettivo con dei test, gli autori hanno appurato che il semplice atto di colorare non aveva prodotto grandi “entusiasmi”; mentre creare qualcosa di artistico, non solo aveva avuto un effetto rilassante, ma aveva accresciuto del 7% la fiducia nelle proprie capacità, aveva sollecitato la vena creativa (del 4%) e potenziato la percezione dell’ottimismo del 25%.
Un partecipante che aveva riportato un senso di sollievo, ad esempio, ha dichiarato: “é stato molto rilassante. Dopo circa cinque minuti, mi sono sentito meno ansioso; ho cominciato a sentirmi meno preoccupato e più fiducioso e positivo riguardo alla mia vita e ai miei soliti assilli“.
Alla luce di questo risultato, Kaimal e colleghi prevedono di ampliare lo studio per esplorare se l’ espressione creativa in un contesto terapeutico possa efficacemente aiutare a ridurre lo stress. Lo stesso Kaimal, commenta che “imbrattare” un foglio” o riempire di contorni non sembra dare sollievo, né migliorare l’umore; cosa che invece accade quando si lascia spazio all’estro, impegnandosi a dipingere o a plasmare una forma.
Visti gli esiti, in indagini successive, i ricercatori si propongono di misurare altri biomarker del benessere, come l’alfa amilasi (un enzima del pancreas, che cresce di pari passo al tasso di adrenalina) e l’ossitocina (il cosiddetto ormone dell’amore, legato alla rilassatezza, all’empatia e al piacere di stare in compagnia).
Insomma, non solo cantare, come recita il detto popolare, ci fa sentire meglio: converebbe, quindi, riformulare, il modo di dire in “disegna e crea … che ti passa“!