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L’intestino e il cervello sono parenti

Chiunque di noi in situazioni di pericolo si sarà sentito “strizzare le budella”, si sarà sentito “schifato” per qualcosa che trova osceno o avrà sentito le “farfalle nello stomaco” in presenza di qualcuno di cui si sia innamorato.

Non si tratta di espressioni metaforiche, ma di sensazioni “viscerali” che proviamo realmente: questo perché il tratto gastrointestinale è sensibile alle emozioni.

Il cervello ha un effetto immediato sullo stomaco. Ad esempio, il solo pensiero di un piatto succulento può liberare i succhi gastrici prima che il cibo arrivi lì.

Questa connessione é valida per entrambe le direzioni. Delle interiora “eccitate” possono inviare segnali al cervello; proprio come un cervello “turbato” può trasmettere messaggi chimici all’intestino.

Pertanto, lo stomaco o il disagio intestinale di una persona possono essere la causa o il prodotto di ansia, stress o depressione. Questo perché il cervello e il sistema gastrointestinale sono intimamente connessi.

Ciò è particolarmente vero nei casi in cui una persona sperimenta disturbi come fitte, iperacidità, crampi e indolenzimenti in assenza di una causa fisica evidente.

Per questi disordini gastrici funzionali, è spesso inutile cercare di guarire un intestino in “panne” senza considerare il ruolo dello stress e delle emozioni.

I gastrentologi Sahar Tahbaz Hosseinzadeh, Sara Poorsaadati, Mojgan Forootan, assieme ad altri colleghi, ad esempio, esaminando 54 pazienti che soffrivano di stitichezza hanno scoperto che un terzo di loro soffriva di ansia o depressione; una percentuale di gran lunga superiore a chi non è affetto da questo problema.

Un dato in linea con quanto emerso al 68 ° meeting scientifico annuale dell’American College of Gastroenterology. In questo congresso è stato illustrato che i bambini che soffrono di costipazione (specie se si agitano quando sono messi sul vasino) tendono successivamente a sviluppare un disturbo d’ansia generalizzato.

Questa connessione é provocata non solo dal fatto che l’intestino é “rivestito” da oltre 150 milioni di neuroni (e che interagiscono con le cellule nervose cerebrali), ma anche dal fatto che contiene una sorta di organo nell’organo, cioé la flora intestinale; proprio i batteri che colonizzano l’intestino, si é scoperto, svolgono un ruolo chiave nell’interazione sistema gastro-enterico-sistema nervoso centrale.

Alcuni batteri probiotici possono alterare l’integrità della barriera intestinale e attraverso la stimolazione del nervo vago (il nervo più lungo del nostro corpo) determinare un “malfunzionamento” dei neurotrasmettitori del cervello (cioé delle sostanze che il cervello usa per la comunicazione fra i neuroni).

I neurobiologi cinesi Peng Zheng, Benhua Zeng e Chanjuan Zhou, assieme ad altri colleghi, hanno rilevato che in chi é affetto da depressione é presente un disequilibrio del complesso microbico intestinale (microbioma) e che trapiantando questo “composto” in topi sani si induce in loro un comportamento estremamente ansioso.

Mettendo fortemente sotto stress dei topi, un’equipe di neuroscienziati dell’Università della Virginia (USA) guidati da Ioana Marin e Jennifer Goertzh hanno rilevato che questa condizione provocava una profondo dissesto del microbioma, con una notevole riduzione della concentrazione dei lattobacilli: una classe di batteri particolarmente utili alle funzioni viscerali, ma che contribuisce anche alla stabilità emotiva.

Il metabolismo del ceppo lactobacilluss provoca una produce di H2O2 (perossido di ossigeno, meglio noto come acqua ossigenata) che ibisce l’espressione di un enzima, L’IDO1 (indoleamina 2,3-diossigenasi); il quale, a sua volta, provoca la conversione del triptofano (un amminoacido che serve alla produzione di serotonina, la molecola del “buon umore”) in chinurenine.

Per approfondire
Il Linguaggio Segreto dei Sintomi

La chinurenina può facilmente attraversare la barriera emato-encefalica
(una sorta di “scudo protettivo” per il cervello e determinare uno stato di depressione spezzando la catena che trasforma il triptofano in serotonina e inducendo uno stato di infiammazione a livello neuronale.

Il processo é, però, reversibile, con la somministrazione di lattobacilli … e questa scoperta può portare alla formulazione di una nuova classe di
farmaci contro la depressione e l’ansia proprio agendo sulla flora intestinale.

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