
La depressione causa osteoporosi
Alla luce delle recenti indagini al riguardo possiamo invece sostenere che non esiste disturbo psicosomatico che coinvolga in maniera altrettanto “paritario” mente e corpo … al punto di non rendere difficile quale sua la causa e quale l’effetto o se siano due manifestazioni con la stessa origine.
I sintomi fisici, in effetti, sono comuni nella depressione e, spesso indolenzimenti, spossatezza o dolori diffusi sono i sintomi premonitori di questa condizione; tra questi spiccano dolore articolare cronico, rigidità agli arti, mal di schiena, crampi allo stomaco, emicrania e via dicendo.
La sofferenza fisica e la depressione hanno una connessione biologica profonda: i neurotrasmettitori cerebrali che giocano un ruolo chiave sia nella percezione del dolore che nella regolazione dell’umore sono serotonina e norepinefrina; quando queste molecole sono carenti danno luogo ad entrambe le patogie.
Le malattie organiche che accompagnano i disturbi dell’umore sono molteplici, ma quella più singolare é senz’altro il legame tra questo stato d’animo e la fragilità ossea.
La presenza di depressione in pazienti con osteoporosi è stata rilevata per la prima volta alla fine degli anni da un’equipe di psichiatri guidati da Deborah Gold; questi studiosi hanno però ritenuto che sconforto e rammarico fossero una conseguenza dei limiti, dei dolori e delle deformità provocate dalla “rarefazione” del tessuto osseo.
Dopo un periodo in cui questa associazione aveva ricevuto poca attenzione, i medici John Robbins, Calvin Hirsch e Rachel Whitmer all’inizio del 2001, esaminarono un campione casuale di 1566 volontari che parteciparono ad un’indagine approfondita sulla salute cardiovascolare.
Tra i vari parametri presi in esame c’erano anche la misura della densità ossea dell’anca e della depressione: bene, sorprendentemente, si appurato che questi due fattori erano negativamente correlati.
In altre parole, maggiore era la gravità della sindrome depressiva, minore era la compattezza delle ossa … anche qui, però, la coincidenza non aveva ancora destato il sospetto che tra le due patologia ci fosse un nesso causale.
Solo successivamente si é indagato a fondo questo rapporto giungendo a scoperte sorprendenti.
La relazione tra depressione e osteoporosi diventa particolarmente evidente bei soggetti con un’alta probabilità di sviluppare entrambe le patologie: parliamo delle donne in menopausa. Proprio questa categoria è stata la più studiata per capire come fosse possibile questa connessione.
Il disequilibrio ormonale che caratterizza questa fase nella vita di una donna può renderla più vulnerabile allo stress e umorale; proprio questa condizione determina una sovrapproduzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali (l’ultima “stazione” dell’asse di strutture cerebrali e ghiandolari che coordina la risposta allo stress)
Gli effetti più deleteri di una secrezione protratta nel tempo di questo ormone si fanno sentire sull’efficienza del sistema immunitario e nel metabolismo osseo.
il cortisolo contribuisce alla fragilità alterando il processo di ricambio del tessuto ossea: da un lato, inibisce la maturazione degli osteoblasti (le cellule specializzate nella produzione di nuovo “materiale” osseo) e li spinge all’autodistruzione (apoptosi).
Dall’altro, quando lo stress è prolungato (e quindi il cortisolo è secreto in modo incessante) non é più in grado di bloccare le citochine (le cellule immunitarie responsabili dei processi infiammatori) che, a loro volta, accelerano e potenziano l’azione degli osteoclasti (le cellule deputate a “demolire” i tessuti ossei deteriorati).
Per altro, le stesse citochine sono sufficientemente piccole da oltrepassare la barriera ematoencefalica (lo ”scudo”!tra cervello e il resto dell’organismo) rendendo l’amigdala (la regione emotiva) più reattiva e, di conseguenza, peggiorando la depressione e creando un circolo vizioso tra questa patologia e l’osteoporosi.
Questa condizione non riguarda solo le donne nel periodo del climaterio, ma anche i giovani alle soglie dell’eta Adulta.
Gli endocrinologi Pouneh Fazeli, Nara Mendes, Melissa Russell ed altri ricercatori hanno, infatti, appurato che la depressione che colpisce un gran numero di adolescenti può essere accompagnata in questi ultimi da un aumento della porosità delle ossa.
L’adolescenza, per altro, è anche un momento critico per l’addensamento della massa ossea; inoltre, il 90% del tessuto scheletrico viene acquisita entro 18 anni.
Per approfondire |
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Per loro indagine hanno coinvolto 65 partecipanti (32 ragazzi e 33 ragazze):
i partecipanti avevano un’età compresa tra 12-18 anni e quelli che soffrivano di disturbo depressivo conclamato erano circa la metà gruppo (16 ragazzi e 17 ragazze).
A tutti sono stati eseguiti degli esami (raggi X, osteodensitometria, ecc.) per valutare la compattezza delle ossa.
L’esito ha dato prova che i giovani con in “morale sotto i tacchi” mostravano una consistenza delle ossa significativamente più bassa rispetto ai ragazzi sani; la stessa relazione non era invece stata riscontrata nel campione femminile.
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