
Lo stress può causare seri danni alla vista
Questo sofisticato “macchinario” é però soggetto ad usura possono essere legate, oltre che da cause organiche o ambientali, anche dal disagio psicologico.
Ad esempio, i ricercatori Cristina Fernandez, Anat Galor, Kristopher Arheart, assieme ad altri colleghi, esaminando un gruppo di veterani di guerra con la sindrome dell’occhio secco (una malattia che riduce la secrezione di lacrime), hanno scoperto che, tra questi ultimi, in chi aveva subito traumi o soffriva di depressione la patologia era più seria.
Questo disturbo causa “un’aridità” cronica della superficie esterna dell’occhio bruciore, dolore, arrossamento, ipersensibilità alla luce e annebbiamento della vista.
Dal loro studio tuttavia non sono state rilevate differenze nei valori ematici (come la PCR (proteina C reattiva, una molecola rilasciato dal fegato nelle infiammazioni) tra chi aveva “avuto una vita grama” e chi, pur condividendo lo stesso problema, aveva subito meno “scossoni”. Secondo gli autori, i candidati più probabili che possano spiegare la connessione tra le due patologie sono due interleuchine (proteine secrete dal sistema immunitario): interleuchina 2 e interferone beta-2; entrambe coinvolte nell’espressione della risposta infiammatoria.
Un’altra patologia dell’occhio, la CSC, corioretinopatia sierosa centrale, sembra sia causata o aggravata allo stress. Lo ha postulato un’equipe mista di studiosi franco-svizzera capitana dall’oftalmologa Alejandra Daruich.
I sintomi della malattia sono un annebbiamento della vista, la presenza di una macchia centrale e una percezione distorta delle immagini. Il disturbo é dovuto ad un accumulo di un fluido al di sotto della retina (macula).
La Daruich e i suoi colleghi sono partiti dalla constatazione che la CSC è una delle rare malattie oftalmiche che è aggravata o addirittura innescata da glucocorticoidi esogeni (i cosiddetti “ormoni dello stress”, in particolare l’aldosterone che produce ritenzione di sodio e acqua).
Questa supposizione si basa sugli esiti di sperimentazioni condotte sui topi. In questi studi ai roditori sono state praticate delle iiniezioni intraoculari di aldosterone o corticosterone ad alto dosaggio (l’ormone glucocorticoide endogeno nei roditori, omologo del corsolo umano).
Si è, così, constatato che questa somministrazione provocava un accumulo di liquido nella retina esterna, oltre a una vasodilatazione e uno spandimento dei vasi sanguigni della coroide (una lamina sopra la retina estremamamente vascolarizzata che funge da “cambusa” per questa struttura) con conseguente accumulo di liquido subretinico, imitando quanto avviene nella CSC.
Anche i medici tedeschi Gert Kaluza e Heidrun Maurer hanno individuato un associazione, tra un’altra patologia dell’occhio, il glaucoma (una malattia caratterizzate da un’eccessiva pressione interna degli occhi) e lo stress.
Questi ricercatori hanno confrontato la pressione intraoculare (IOP) di un gruppo di pazienti con glaucoma ad angolo aperto (la forma di glaucoma più comune) dopo aver creato una situazione di stress con quella rilevata con una metodica nota come “Water Drinking Test” (un test che consente di mettere in evidenza la presenza del glaucoma, misurando l’IOP dopo aver bevuto 800 ml d’acqua).
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Si è così potuto accertare che lo stress psicologico aumentava di circa 1,5 mmHg (millimetri di mercurio) la pressione interna dell’occhio; per poi tornare a valori normali, dopo 10 minuti in cui i soggetti si distendevano.
In seguito al WDT, gli aumenti medi di IOP ammontavano a 4 mmHg e la situazione si normalizzava dopo circa 3/4 d’ora.
In definitiva, questo studio dimostra che, seppure, in modo inferiore a quanto si assiste con la pratica del Water Drinking Test, anche la tensione emotiva (che può tradursi in insofferenza, frustrazione, depressione nell’esperienza soggettiva), può contribuire a provocare o peggiorare questa patologia oculare.