
Le emozioni dipingono il volto
Se siamo entusiasti, delusi, risentiti la mimica del nostro volto cambia ed esprime le diverse emozioni o una loro miscela grazie ad un’azione coordinata di movimenti, contrazioni o distensioni dei muscoli facciali.
Talvolta, è semplicemente il colore del nostro volto a cambiare: ad esempio, se siamo imbarazzati o in collera possiamo arrossire o se la nostra rabbia sta per esplodere possiamo impallidire, o, ancora, se siamo felici le nostre guance si fanno rosate.
Chi l’avrebbe detto, però, che la nostra faccia possa colorarsi come una tela di un pittore espressionista e che il significato emotivo di questa tavolozza possa essere intuito dal 75% delle persone?
È quanto è emerso in un nuovo studio, condotto dai ricercatori Carlos F. Benitez-Quiroza, Ramprakash Srinivasana e Aleix Martinez, usando delle nuove tecnologie.
Per prima cosa, i ricercatori hanno prima selezionato centinaia di immagini di espressioni facciali e hanno separato le immagini in canali di colore diversi che corrispondono a come gli occhi umani vedono il colore.
In modo analogo a quanto fanno i recettori del colore della retina, sono stati isolati due canali: uno rosso-verde e uno blu-giallo. In seguito, attraverso un programma per PC per l’analisi automatica delle espressioni facciali è emerso che le emozioni come “felice” o “triste” formavano combinazioni di colore distinte e valide indipendentemente dal genere sessuale, dall’etnia del soggetto e dalla grana della pelle.
Per verificare se i colori da soli potessero trasmettere delle emozioni – senza l’accompagnamento della mimica facciale- i ricercatori hanno sovrapposto i diversi accostamenti di colore alle immagini di volti dall’aspetto neutro.
Successivamente, hanno mostrato le facce “inespressive” a 20 partecipanti allo studio e hanno chiesto loro di indicare cosa provava a persona ritratta nella foto, scegliendo da una lista di 18 emozioni. Le emozioni includevano quelle di base come “felice” e “triste” e anche quelle più complesse come “tristemente arrabbiato” o “felicemente sorpreso”.
Circa il 70% delle volte, i volontari hanno ritenuto che una faccia neutra, colorata per sembrare felice, trasmettesse effettivamente gioia.
Quanto ai i volti dipinti per risultare tristi, i giudici reputavano che fossero davvero tristi il 75% delle volte, e che le facce neutre, “affrescate” colorate per apparire arrabbiate fossero realmente rancorose nel 65% dei casi.
In una fase successiva, i ricercatori hanno mostrato ai partecipanti espressioni facciali di felicità, tristezza e altre emozioni, sovrapponendo ai volti delle composizioni di colori “sbagliate”.
Ad esempio, a volte hanno preso una faccia felice e l’hanno dipinta con i colori della rabbia o viceversa.
I partecipanti hanno notato che qualcosa nei ritratti stonasse, anche se non erano sicuri di cosa fosse sbagliato.
Questo secondo esperimento ha dimostrato chiaramente che le persone sono in grado di identificare quali immagini avevano l’abbinamento congruente rispetto a quelle con l’associazione incongruenti.
“Pennellate” di di rosso, verde, blu e giallo caratterizzano ogni emozione – solo che hanno un’intensità diversa e si trovano in zone diverse del viso.
Il disgusto, ad esempio, è distinto da una macchia blu-gialla attorno alle labbra, con uno “tocco” rosso-verde attorno al naso e sulla fronte.
Questo studio ha dato prova che i nostri cervelli sono in grado di decifrare il significato di queste composizioni cromatiche in un istante.
Per approfondire |
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Vediamo, ad esempio, un volto sorridente con le guance e le tempie rosse (con un po ‘di blu intorno al mento) e leggiamo automaticamente la loro emozione come “felice”. Ma lo stesso viso con una fronte leggermente più rossa e un mento leggermente meno blu viene registrato come “sorpreso”.
L’indagine ha dimostrato che le sfumature di colore che possono comparire sulla nostra faccia sono molte di più di quanto si immaginasse e che possono esprimere in modo estremamente accurato quello che stiamo vivendo, anche senza spostare di un millimetro i muscoli facciali. Inoltre, é stata data prova che buona parte di noi é in grado di cogliere queste “pennellate”, anche senza possedere nessuna preparazione al riguardo.