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I disturbi di cuore si vedono in faccia

Più o meno tutti sappiamo che ci sono alcune condizioni fisiche che segnalano un aumento del rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari, come la pressione alta, il colesterolo alto, l’obesità, il fumo, la sedentarietà, un’alimentazione ricca di grassi, ecc.

Ma chi avrebbe detto che anche precise segni corporei ci possano dare la stessa indicazione?

Uno dei più noti indizi di malfunzionamento dell’apparato cardiocircolatorio è un incipiente calvizie o un precoce ingrigimento della chioma (per lo meno, negli uomini).

Lo ha messo in evidenza una ricerca, presentata alla 69a conferenza annuale del CSI a Calcutta. Nell’indagine illustrata nel convegno sono stati coinvolti 790 uomini di età inferiore a 40 anni affetti da disturbi coronarici e 1.270 soggetti sani, pressoché coetanei.

Chi aveva degli scompensi cardiaci in media, a paragone con i partecipanti in salute, mostrava canizie e diradamento dei capelli prematuramente.

Alun Hughes, docente di fisiologia cardiovascolare e farmacologia all’University College di Londra, commentando questo esito, ha sottolineato che le manifestazioni potrebbero essere riconducili ad una danno del DNA, che deteriora l’organismo nel suo complesso.

Una spiegazione alternativa potrebbe essere il fatto che i follicoli piliferi sono un bersaglio degli androgeni (ad esempio il testosterone, l’ormone maschile – una causa della calvizie); al tempo stesso queste stesse molecole aumentano il rischio di sviluppare disturbi cardiaci e circolatori, come hanno dimostrato i medici Travis Goodale, Archana Sadhu, Richard Robbins e altri ricercatori.

Un’altro segno, molto meno vistoso, precisa Carl Orriger, cardiologo,
sono piccoli addensamenti di grasso.dall’aspetto informe e giallognolo che si depositano sotto pelle.

La loro sede più comune sono le palpebre, ma si possono localizzare anche su gomiti, ginocchia, mani, piedi o glutei. Questi depositi lipidici possono potenzialmente essere segno di malattie cardiache perché spesso sono la manifestazione esteriore di alti livelli di colesterolo nel sangue.

Un altro indicatore facciale di potenziale rischio di malattie cardiache è una piega trasversale che attraversa i lobi delle orecchie.

Su questo marker, esaminato da diversi studi i medici Aris Agouridis, Moses Elisaf, Devaki Nair e Dimitri Mikhailidis hanno elaborato una metà-analisi (un tirare le somme delle ricerche condotte su un certo tema), dimostrando che, pure con le dovute cautele, può realmente essere un segno attendibile di una predisposizione ai disturbi circolari.

La scoperta più sorprendente é emersa, però, da uno studio condotto dai cardiologi francesi Yolande Esquirol, Jean Ferrières, Jean-Claude Marquie, assieme ad altri colleghi: quanto più scavate e precoci sono le rughe sulla fronte tanto più alta è la probabilità di incorrere in infarti e ischemie.

Gli autori della ricerca, partendo dall’io tesi che è rughe frontali potessero essere un possibile segno di rischio cardiovascolare, hanno preso in esame 3.200 adulti lavoratori di età compresa fra i 32 e i 62 anni

Per prima cosa, un gruppo di medici ha assegnato ad ogni partecipante un punteggio in base al numero e alla profondità dei solchi sulla fronte (da 0 a 3 a seconda di quanto fossero marcati questi segni, in cui il 3 rappresentava il valore massimo).

I volontari sono stati tenuti d’occhio per un. Periodo di ben 20 anni, durante i quali 233 sono morti per varie cause. Nel complesso, il 15,2% dei volontari aveva ottenuto il punteggio di due e tre nella scala di valutazione delle pieghe, Il 6,6% riportava il valore 1 e il 2,1% aveva la fronte liscia.

Gli autori hanno, così, scoperto che le persone con un punteggio di rughe corrispondente ad 1 avevano un rischio leggermente più alto di morire di malattie cardiovascolari rispetto alle persone con la fronte spianata.

Per contro, a chi era stato attribuito un punteggio di due e tre aveva un rischio di morire d’infarto quasi 10 volte superiore rispetto a chi di rughe non ne aveva.

Per approfondire
Il Linguaggio Segreto dei Sintomi</td

Questo è il primo studio a dimostrare una corrispondenza tra rischio cardiocircolatorio e presenza di rughe.

Secondo gli autori la relazione è attribuibile al fatto che il deterioramento delle proteine ​​del collagene e lo stress ossidativo sembrano avere un ruolo sia nell’aterosclerosi che nella comparsa delle rughe.

Inoltre, i vasi sanguigni nella fronte sono così piccoli che possono essere più sensibili all’accumulo di placca, il che potete indicare che le rughe possano essere uno dei primi segni di invecchiamento dell’organismo e del sistema cardiovascolare.

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