Eppure, questa specie di “trampolo”, originariamente non aveva una funzione estetica, né era usato dalle donne: lo indossavano infatti i cavalieri persiani per mantenere una posizione più salda quando, a cavallo, combattevano con l’arco.
Sul finire dell 16° secolo lo Shah di Persia Abbas invio una prima spedizione diplomatica in Europa, suscitando l’attenzione e l’entusiamo degli aristocratici per questa insolita calzatura, che l’adottarono prontamente.
In quel momento, la scarpa con il tacco aveva perso la sua utilità, ma serviva ai nobili per distinguersi dai popolani: era diventata, infatti, il simbolo di chi non doveva vangare nei campi, né camminare a lungo.
Solo con il tempo, é diventata uno status symbol femminile: quello, appunto, più concupito; tanto che un sondaggio condotto in America dal Consumer Report National Research, che coinvolto 1.057 donne, ha messo in luce che le donne occidentali in media possiedono almeno 19 paia di scarpe.
Per una donna questo accessorio, attualmente, é oggetto di una vera e propria ossessione; sebbene provochi spesso a chi le indossa vesciche, calli, deformazione delle ossa, dolori articolari e, se con i tacchi, un equilibrio instabile, buona parte delle rappresentanti del gentil sesso non riesce a rinunciarci.
L’American Podiatric Medical Association ha accertato che due donne su cinque donne calzano scarpe con tacchi superiori a 3 pollici (7,6 cm) per un tempo di circa di otto ore al giorno, nonostante procuri loro del dolore, a volte, ai limiti della sopportazione. In linea con questa rilevazione, nel sondaggio citato, più del 40% delle intervistate ha ammesso che le calzature sono (o sono state in qualche occasione) un vero e proprio supplizio.
Sorpresi da questa apparente forma di masochismo, gli psicologi Paul Morris, Jenny White, assieme ad altri colleghi, hanno voluto indagare a fondo sui motivi che rendono le scarpe con il tacco così in voga tra il sesso femminile.
Per prima cosa, questi studiosi hanno rilevato come, nel camminare, l’andatura sia molto diversa tra uomo e donna: quando un rappresentante del “sesso forte” si muove il suo passo é più sciolto; ha falcata più ampia; solleva la testa e fa oscillare maggiormente spalle e braccia; per contro, i passi della donna sono più brevi e veloci; inoltre, tende a tenere la testa dritta e ad ancheggiare.
Preso atto di queste differenze, Morris e gli altri hanno voluto verificare se il fatto di indossare scarpe dal tacco alto esaltasse in modo artificioso le peculiarità della camminata femminile.
Per consentire una maggiore “messa a fuoco” della qualità del movimento, gli autori dello studio hanno applicato degli adesivi tondi e flurescenti su fianchi, ginocchia e caviglie di un gruppo di donne che portavano “ballerine” o “stiletti” e le hanno filmate al buio mentre passavano da un lato all’altro di una stanza; in questo modo, i video che ne sono risultati mostravano solo dei punti illuminati in movimento.
Successivamente, hanno mostrato le riprese ad un gruppo misto i 120 volontari di sesso misto, chiedendo loro di giudicare quali “mossette” trovassero più sensuali: l’esito ha dato prova che la stragrande maggioranza degli “scrutatori” trovava più “voluttuoso” il movimento di chi indossava le scarpe con i tacchi.
Un’analisi biomeccanica della camminanta ha confermato le valutazioni dei volontari: i calzari con il tacco accentuano lo stile femminile del passo, riducendo la lunghezza della falcata e accentuando il dimenare dei fianchi.
Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che i tacchi alti fanno spiccare le caratteristiche del modo di camminare di una donna e che quindi, agli occhi di un percipiente (in particolare degli uomini) diventino un “super stimolo” sessuale, aumentando l’attrattività della donna che ne fa uso.
Il noto antropologo David Givens commenta al riguardo che “visivamente, tacchi alti suscitano l’idea che i piedi di una donna siano delicati, fragili e la renda in qualche modo più – eterea- , cioé malferma, non piantata saldamente a terra“. “Inoltre“, aggiunge, “fanno scivolare i piedi verso la punta, spostando così il centro di gravità del corpo in avanti; fatto che, per compensazione, porta ad un aggiustamento dell’equilibrio, obbligando le donne a tirare il sedere indietro di circa un 25% [dando quindi una forma più curvacea alla linea, n.d.r.].
Dello stesso tenore sono le considerazioni di Gad Saad, docente di Marketing alla Concordia University: “sulla base di diversi studi sul valore biologico e evolutivo delle scarpe con il tacco alto è emerso“, sottolinea Saad, “che questo accessorio solleva le natiche di 20/30 gradi, dando loro un aspetto più tonico e sessualmente più attraente“.
“Infine“, puntualizza ancora Givens “il tacco alto fa sì che le gambe appaiano più lunghe e sottili, come quelle delle ragazze; fatto questo non trascurabile, considerato che le ricerche hanno dimostrato che il corpo femminile raggiunge il massimo fascino nella tarda adolescenza“.
Per avere una prova concreta del fatto che i tacchi alti portino l’uomo a trovare la donna che li indossa più desiderabile, Nicolas Guéguen, ricercatore all’Université de Bretagne-Sud, ha condotto una serie di esperimenti.
In uno di questi, ha coinvolto un gruppo di volontarie a cui ha fatto calzare scarpe basse o con il tacco; successivamente, queste sono state “sguinzagliate” per le strade a chiedere ai passanti di compilare un questioniario.
Ne é emerso che esclusivamente gli uomini – non così le donne – erano più inclini ad accondiscere chi calzava le scarpe con il tacco alto.
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Questo dimostrebbe, sostiene l’autore, che quest’accessorio é un efficace “strumento di persuasione” se usato con il sesso forte perché quest’ultimo tenderebbe a percepire una donna che veste scarpe di questo tipo come sessualmente provocante e disponibile.
Naturalmente, concludiamo noi, questo pensiero riflette solamente uno stereotipo, ma é bene che una donna ne sia consapevole: in questo modo può avere delle frecce in più al suo arco…ma, allo stesso tempo, può incorrere in spiacevoli fraintendimenti.