
Dormire bene aiuta a combattere le malattie
Fare un buon sonno non solo ci fa sentire più freschi, lucidi e in forze; ha un’altra importante funzione: é uno straordinario rimedio naturale contro le malattie. Lo dimostra un nuovo studio, dove viene messo il luce anche il mecccanismo biologico che porta a questo beneficio.
I vecchi detti lo dicevano …
Pensiamo al sonno come qualcosa che ci ristora e ci da le risorse per affrontare le fatiche della giornata, ma un nuovo studio mette in luce una sua funzione inedita: una “medicina” naturale per curare le malattie.
Lo hanno provato i medici tedeschi Luciana Besedovsky, Stoyan Dimitrov, Tanja Lange, assieme ad altri colleghi.Questi studiosi si sono posti l’obiettivo di esaminare gli effetti del sonno sul sistema immunitario e l’impatto della privazione di sonno sulle difese dell’organismo.
Per verificare questo effetto, hanno coinvolto un gruppo di 10 volontari, psicologicamente sani, di entrambi i sessi e di età tra i 19 e i 34 anni. Tutti i partecipanti, inoltre, erano non fumatori, non soffrivano di disturbi del sonno e al momento degli esperimenti non stavano assumendo alcun farmaco. Metà dei soggetti dormiva l’intera notte; l’altra metà restava invece sveglia in posizione supina a parlare con lo sperimentatore o ad ascoltare musica.
Scoperto come il sonno fortifichi le difese dell’organismo
Trascorsa la notte (in bianco o di tutto riposo) a tutti veniva fatto un prelievo di sangue mirato soprattutto all’esame di una classe di globuli bianchi, nota come linfociti T, il cui compito é riconoscere ed “etichettare” le cellule estranee con una sorta di bolli, le integrine, perché vengano distrutte.
I ricercatori hanno quindi confrontato le cellule T dei due gruppi, rendendosi conto che i linfociti di chi aveva dormito mostravano livelli significativamente più alti di attività delle integrine a paragone con le cellule T prelevate da soggetti che avevano passato una notte insonne: in sostanza, il loro sistema immunitario era più efficiente.
L’insonnia debilita il sistema immunitario
L’esame del sangue ha anche messo in evidenza che la privazione di sonno porta ad un aumento di molecole come adrenalina e norepinefrina (ormoni dello stress), prostaglandina (innesca i processi infiammatori) e adenosina (“interruttore” del sonno).
Proprio la nutrita presenza di queste proteine spiegherebbe perché il sonno possa aiutare a sconfiggere le infezioni. Adrenalina e Co., infatti, sono agonisti (cioè, rafforzano l’azione) dei recettori accoppiati a Gα (“canali” che mediano il passaggio alle cellule – in questo caso, i linfociti T – dei messaggi trasportati dalle molecole rilasciate nel sangue).
La colpa é di un interrutore biologico
Per approfondire |
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I recettori accoppiati a Gα sopprimono l’attivazione delle integrine, impedendo così ai globuli bianchi T di assolvere alla loro funzione. Per contro, un sonno ristoratore diminuisce la concentrazione degli ormoni indicati favorendo l’opera del sistema immunitario.
Dimitrov ha commentato in un’intervista che “i livelli di adrenalina, prostaglandina, ecc. sono stati rilevati in molte condizioni patologiche, come lo svilupppo di tumori, l’infezione della malaria, l’ipossia e lo stress. Elevati tassi di concentrazione di questi ormoni possono, quindi, contribuire all’inibizione della risposta immunitaria e favorire l’insorgenza e il progresso di queste affezioni”.