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Il maschio é un galletto

“Volare di fiore in fiore” come una ape; è questo il sogno comune dell’immaginario maschile. Sicuramente, a dare man forte a questa inclinazione alla promiscuità sono la cultura e l’educazione che premiano l’uomo conquistatore e sciupafemmine.Per contro, la donna viene giudicata in modo più favorevole quanto minore è il numero dei suoi partner.

La scienza conferma lo stereotipo del maschio sciupafemmine:

Una ricerca degli psicologi americani David Buss e David Schmitt ha dimostrato in tempi recenti che questi atteggiamenti che potrebbero apparire pregiudizi retrogradi sono invece condivisi da entrambi i sessi. La loro indagine ha coinvolto un vasto gruppo misto di studenti universitari.
Ai partecipanti era stato chiesto di rivelare quanti partner sessuali avrebbero idealmente voluto avere in determinati lassi di tempo, che andavano dal mese successivo all’intera vita.
Gli uomini desideravano, in generale, più partner sessuali rispetto alle donne indipendentemente dall’arco di tempo considerato. Per esempio, nell’arco di un anno, i rappresentanti di sesso maschile riferivano che in media avrebbero voluto più di sei partner sessuali, mentre le donne erano molto più contenute; e gliene bastava uno.

Nell’arco di tre anni gli uomini avrebbero ambito all’incirca a dieci compagne; le loro pari del gentil sesso si “accontentavano” invece di due soli partner. La differenza aumentava con lo stessa proporzione anche considerando periodi più lunghi. Nel corso dell’intera vita gli uomini, in media, avrebbero volentieri inanellato una “collezione” di diciotto partner sessuali e le donne solo quattro o cinque.
Secondo i due autori, oltre alla spinta culturale, a indurre l’uomo a cercare più compagne interverrebbe una forte carica sessuale.

E’ al sesso al mettere fretta all’uomo

Sarebbe proprio il bisogno di sesso il motore principale della promiscuità; d’altra parte, questa urgenza fa sì che il maschio, quando trova una compagna, prima per avere il primo rapporto fisico quanto prima; la donna, dal canto suo, tiene spesso l’uomo all’asciutto per un bel po’ prima di concedersi. Questa strategia ha la funzione di mettere alla prova l’affidabilità del partner; per constatare che non cerchi “solo quello”.

D’altra parte, come dare torto al sesso “debole”, quando le indagini psicologiche sembrano provare che una delle motivazioni della voracità sessuale maschile è proprio per cambiare in fretta “pietanza”.
Con questo imperativo in mente, gli ometti, pur di assicurarsi una varietà di partner sessuali occasionali sono disposti ad abbassare gli standard per la scelta del partner; in altre parole, quando “vuole sesso”, l’uomo diventa di bocca buona.

Pur di arrivare alla “meta”, l’uomo abbassa i suoi standard

In una ricerca, i partecipanti dovevano selezionare le caratteristiche potenzialmente desiderabili in un partner occasionale in una gamma di 67 attribuiti (lati del carattere, posizione sociale, intelligenza, ecc.). Mentre, le donne restavano comunque piuttosto esigenti; gli uomini risultarono alquanto accomodanti; rispetto ad una storia seria, aspetti come il fascino, la lealtà, la generosità, l’istruzione, la gentilezza e via dicendo contavano per loro proprio poco di fronte alla prospettiva di sesso facile.

Una dimostrazione empirica dell’abbassamento del livello di qualità ci viene dalle indagini condotte nei bar per single nelle ore serali. Nel più noto di questi studi, condotto dallo psicologo Brian Gladue e dal suo collega Delaney nel 1990 vennero avvicinati 137 uomini e 80 donne alle nove, dieci e mezza e a mezzanotte, e venne chiesto loro di stimare il fascino dei membri dell’altro sesso presenti nel bar sulla base di una scala a 10 punti.

L’esito più sorprendente è stato che quanto più si avvicinava l’ora di chiusura, tanto più gli uomini trovavano le donne rimaste attraenti: in sostanza, mentre alle 21.00, la valutazione media del “campionario” non raggiungeva la sufficienza (5.5); a mezzanotte, però, con il bar più vuoto e con il “rischio” di rimanere a becco asciutto, questa saliva di ben un punto percentuale!

Questo significa che quando le opportunità si riducono, i rappresentanti del sesso forte che sono alla ricerca di compagnia, ridimensionano le proprie pretese e, si contentano di molto meno rispetto alle aspettative iniziali.

L’effetto Coolidge

La propensione all’infedeltà o alla promiscuità maschile è dovuta anche alla semplice esposizione ad altre donne: in sostanza, se un uomo, pur appagato sessualmente, incontra molte donne in situazioni sociali o di lavoro, la sua eccitabilità sessuale cresce e lo rende più incline a cercare delle avventure.

Questo fenomeno prende il nome curioso di “effetto Coolidge”. Si narra che il 13° presidente americano Calvin Coolidge e sua moglie si trovassero a visitare separatamente delle fattorie governative.
Passando davanti alle stie per i polli e notando un gallo che si accoppiava energicamente con una gallina, Mrs. Coolidge domandò quante volte il gallo adempisse a questo dovere, la guida replicò: “Dozzine di volte al giorno”. La signora Coolidge chiese alla guida di riferire per cortesia al Presidente Coolidge.

Quando più tardi il Presidente passò di lì venne informato del vigore sessuale del pennuto, domandò: “Sempre con la stessa pollastra?” “Oh no” rispose la guida, “ogni volta con una gallina diversa”. “Per favore dica questo alla signora Coolidge” disse il Presidente.

Per approfondire

Prendendo spunto da questo aneddoto, gli psicologi chiamarono appunto effetto Coolidge la tendenza dei maschi ad essere eccitati sessualmente all’avvicendarsi di nuove femmine, che dà loro un ulteriore impulso a
procurarsi incontri sessuali con donne diverse.

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