
L’arma migliore contro la depressione é l’attività fisica
E’ quanto emerge da una serie di studi che hanno esaminato l’ipotesi se la pratica regolare dello sport possa modificare l’incidenza di questo disturbo dell’umore.
A questa conclusione, ad esempio, sono giunti gli psichiatri Karmel Choi, Amanda Zheutlin, Rebecca Karlson, assieme ad altri colleghi esaminando un database in cui erano annotati la storia clinica e il profilo genetico di circa 8000 partecipanti alla Partners Healthcare Biobank.
Ogni “iscritto” aveva compilato un questionario sulle proprie abitudini di vita (compresa l’attività fisica); inoltre, aveva fatto degli esami che mettevano in evidenza il suo stato di salute e la predisposizioni ereditarie.
Questo archivio ha modo ai ricercatori di disporre di un’infinità di dati medici. L’indagine è stata poi circoscritta a quelli che avevano continuato ad essere monitorati per due anni, puntando a identificare chi in quell’arco di tempo aveva avuto una diagnosi di depressione.
È stato, poi, possibile sommare i diversi fattori genetici di predisposizione ai disturbi dell’umore in un unica unità che rifletteva il rischio di sviluppare questo male dell’anima.
Combinando i dati è emerso, per prima cosa, che le persone con un rischio genetico più elevato avevano maggiori probabilità di ammalarsi di depressione nei successivi due anni dalla prima stima. Queste ultime (ma anche gli altri partecipanti) riducevano in modo significativo la probabilità di incorrere nella depressione se praticavano della attività sportiva per una media di 35 minuti al giorno.
In linea con questa scoperta gli psichiatri Felipe Barreto Schuch, Simon Rosenbaum e Davy Vancampfort, in una metà-analisi (cioè un studio che esamina nel complesso i dati e esiti emersi da altre ricerche) ha rilevato che, a paragone con le persone “pantofolaie”, chi pratica con costanza dell’attività fisica, ha una minore rischio di ammalarsi di depressione; inoltre, fare dello sport è un ottimo modo per prevenire l’insorgere di questo disturbo per tutte le fasce d’età (dai giovani agli anziani).
Per verificare questo effetto, gli psicologi belgi David Tordeurs, Pascal Janne, A. Appart e Nicolas Zdanowicz, ricercatori presso l’Université Catholique de Louvain, hanno condotto una verifica sperimentale su 118 pazienti ospedalizzati di età media tra i 45 e 67 anni che presentavano i seguenti disagi psichiatrici: disturbo depressivo maggiore (117), disturbi ansiosi (25), dipendenza alcolica (85), tossiconomania (10), scompenso psicotico (33), disturbo bipolare (3) e altri (10) con altre patologie. I partecipanti hanno praticato almeno un esercizio al giorno durante il ricovero, per una media di 16 giorni circa.
L’esito ha dato prova che, a confronto a pazienti psicotici, tossicodipendenti e alcolististi e depressi hanno mostrato una maggiore motivazione e impegno nell’esecuzione dell’esercizio fisico; ad esempio, hanno dedicato più tempo alla pratica sporitiva e hanno camminato o pedalato per distanze maggiori; grazie a questo impegno e forse ad una motivazione biologica, chi soffriva di disturbi dell’umore ha riportato i più grandi benefici da questa esperienza.
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Numerosi studi, sembrano dimostrare che quello che rende l’esercizio fisico particolarmente efficace nel contrastare la depressione sia il fatto che la pratica di uno sport o di movimento stimola la crescita neuronale, specie in regioni del cervello che appaiono “raggrinzite” nella depressione, come l’ippocampo e la corteccia cingolata prefrontale e anteriore; per altro, l’attività atletica migliorare anche la circolazione sanguigna cerebrale e si suppone sia proprio quest’ultima, grazie al maggior apporto di ossigeno e di “mattoncini” molecolari a favorire la neurogenesi.