La mascherina è il simbolo del cambiamento delle abitudini sociali da quando è il Governo italiano, a marzo 2020, ha deciso con il decreto legge “Cura Italia” ha ne ha imposto l’uso.
Senza entrare nel merito dell’efficacia e delle controindicazioni per la salute di questo accessorio, va sottolineato che niente è stato detto sull’impatto psicologico della mascherina, specie nei bambini.
Partiamo, quindi, da alcune considerazioni preliminari: la maschera copre buona parte del viso, impedendo il riconoscimento, l’interpretazione e l’imitazione delle espressioni facciali. Secondo i più eminenti studiosi di quella branca della psicologia nota come “linguaggio del corpo”, la mimica facciale é uno degli aspetti più importanti della comunicazione umana 8,9,10,11 (Ekman, P. 1970, Friesen, Ekman, P. & Friesen, W. V., 1971.W. V., & Tomkins, S. S Ekman, P., 1972.Ekman P. 1972). Il viso è responsabile della condivisione non solo di pensieri o idee, ma soprattutto di emozioni.
Questa mimica è innata e universale, ma la sua comprensione va “allenata” con le interazioni interpersonali 16 (Mariska Kret, 2015) Le indagini con la Brain imaging hanno messo in luce che negli adulti la percezione delle espressioni facciali viene elaborata da un circuito costituto da tre aree corticali: il giro fusiforme (FG) 13 (Ishai A, 2010), l’area del viso occipitale (OFA) e il solco temporale superiore (STS) ; inoltre, questo circuito è in connessione con l’amigdala (il cervello emotivo) e la corteccia orbitofrontale (la regione cognitiva) 14 (Jiang Y, Shannon RW, Vizueta N, Bernat EM, Patrick CJ, He S. 2008) Lo stesso non vale per i bambini, queste regioni nell’infanzia appaiono solamente “abbozzate”, mentre le connessioni sono pressoché inesistenti alla nascita e si evolvono con lo sviluppo e lo stare in società.
Indossare le “bardature” durante gli scambi con gli altri bambini nel periodo scolastico, non solo provoca, una sorta di analfabetismo emotivo 3 (Capps L, YirmiyaN, Sigman M et alt, 1992), ma determina una riduzione irreversibile del volume delle aree citate.
Le conseguenze, quindi, sono drammatiche: soprattutto, perché questa condizione ricalca quanto viene riscontrato in chi soffre di disturbi dello spettro autistico 11, 15 (Harms MB, Martin A, Wallace GL, 2010; Loth E, Garrido L, Ahmad et al, 2018)): in sostanza, l’uso della mascherina provoca un “autismo funzionale” 2, 4, 12, 17 (Baron-Cohen S; Herba C, Phillips M, 2004; Celani G, Battacchi MW, Aridiacono, 1999; Pelphley KA, Sasson NJ, Reznick et al. 2002).
Il volto non comunica solo le emozioni o le intenzioni, ma principalmente l’identità. Distinguere una faccia e le sue fattezze è talmente importante che nel cervello umano esiste una regione che ha esclusivamente questo compito (non si attiva se osserviamo una macchina o un telefonino, ad esempio).
Si chiama FFA (area fusiforme facciale) 14 (Kanwisher N, Yovel G) Dal momento che é una regione che evolve nell’età dello sviluppo, se in quella tappa viene, per buona parte del tempo (le ore passate a scuola con compagni, amici e insegnanti) la faccia viene coperta da una mascherina, il rischio é che si atrofizzi con la conseguenza che il bambino o il ragazzo non sarà più in grado di distinguere un volto dall’altro, di crearsi un’immagine di sé di riconoscere i tratti che distinguono il genere sessuale: in pratica, il giovane crescerà asessuato, senza identità e senza capacità di capire con chi ha a che fare.
L’abitudine a indossare la maschera provocherà, quindi, in modo indotto 5 (Dalrymple KA, Corrow S, Yonas A et al. 2012), un deficit percettivo solitamente congenito noto come prosopoagnosia 19, 20 (Pizzamiglio MR, M De Luca M, Di Vita A et al., 2017, De Luca, M., Pizzamiglio, M. R., Di Vita, A., Palermo et al. ,2019)
Queste “disabilità” provocate dall’uso protratto della mascherina in età evolutiva comportano per il bambino l’incapacità di sviluppare i valori di base della vita sociale, come empatia, sincerità, altruismo, solidarietà, fiducia, fedeltà, amore, ecc. cioè delle molecole che costituiscono, nel loro insieme lo spirito di aggregazione e la formazione dei legami: dall’amicizia, al gruppo, alla prima “bottarella” e al più importante nucleo su cui si regge la società umana: la famiglia. I bambini privati di identità di capacità di esibire e comprendere le emozioni non saranno in grado di creare, a loro volta, una propria famiglia e questo provocherà un disfacimento dell’intero tessuto sociale.
Bibliografia:
1. Baron-Cohen S. Autism: the empathizing-systemizing (E-S) theory. Ann N Y Acad Sci. 2009;1156:68 – 80
2. Capps L, Yirmiya N, Sigman M. Understanding of simple and complex emotions in non-retarded children with autism. J Child Psychol Psychiatry. 1992;33:1169 – 82.
3. Celani G, Battacchi MW, Arcidiacono L. The understanding of the emoziona meaning of facial expressions in people with autism. J Autism Dev Disord. 1999;29:57–66.
4. Dalrymple KA, Corrow S, Yonas A, Duchaine B. Developmental prosopagnosia in childhood. Cogn Neuropsychol. 2012;29(5-6):393-418
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6. Ekman, P. & Friesen, W. V. (1971). Constants Across Cultures in the Face and Emotion. Journal of Personality and Social Psychology, 17(2) , 124-129.
7. Ekman, P., Friesen, W. V., & Tomkins, S. S. (1971). Facial Affect Scoring Technique: A First Validity Study. Semiotica, 3, 37-58.
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10. Harms MB, Martin A, Wallace GL. Facial emotion recognition in autism spectrum disorders: a review of behavioral and neuroimaging studies. Neuropsychol Rev. 2010;20:290–322.
11. Herba C, Phillips M: Annotation: Development of facial expression recognition from childhood to adolescence: behavioural and neurological perspectives; The Journ of Child Psychol and Psychiatry, Volume 45, Issue7, Oct 2004; 1185-1198
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