Diverse indagini hanno dato prova che il colore degli occhi é legato a caratteristiche psicologiche e al temperamento. Ad esempio, I bambini con le iridi azzurre sono tendenzialmente più inibiti, timidi e meno intraprendenti rispetto a chi ha gli occhi scuri.
In una ricerca affine, gli psicologi Robert Coplan, Benjamin Coleman e Kenneth Rubin hanno scoperto che i ragazzi con gli occhi cerulei sono di indole più prudente rispetto ai loro coetanei con occhi castani.
Il colore degli occhi non influenza solo il carattere di un individuo, ma perfino la sua maggiore o minore inclinazione all’alcolismo. Ad affermarlo sono Jonathan Bassett e James Dabbs. I due studiosi hanno analizzato 10.860 carcerati e 1862 donne che hanno risposto ad un sondaggio.
In entrambi i campioni, si é appurato che le “iridi” chiare tendono più facilmente ad attaccarsi alla bottiglia; “questo risultato“, commentano gli autori, “é in linea con precedenti indagini che hanno messo in evidenza che chi ha gli occhi scuri sprizza più energia rispetto a chi li ha chiari ed ha una maggiore sensibilità a certe sostanze: in altre parole, questi ultimi sarebbero più reticenti ad esagerare con l’alcol perché risentono di più dei suoi effetti “. Una spiegazione alternativa, proseguono gli scienziati “potrebbe essere che chi ha gli occhi chiari tende a essere più inibito e questo può motivarlo a cercare “rifugio” e “consolazione” negli alcolici“.
L’iride non é di colore e forma omogenea: presenta degli avallamenti o cripte, dei raggi (noti anche “raggi di sole” – una specie di strisce che a partire dalla pupilla raggiungono il bordo dell’iride) e macchie pigmentate.
Gli psicologi Mats Larssona, Nancy L. Pedersenb, Håkan Stattina, misurando e annotando la presenza di queste caratteristiche in 428 studenti universitari e somministrando loro dei questionari di personalità hanno fatto delle interessanti osservazioni al riguardo.
Da questo confronto é emerso che chi ha più cripte ha una inclinazione all’approccio, cioè é più sentimentale, tenero, affettuoso, affidabile e positivo. Per contro, un’anomala quantità di raggi sono associati all’impulsività.
Secondo gli studiosi queste associazione tra aspetto dell’iride e temperamento avrebbe una causa neurologica: il numero di cripte sarebbero connesso alla dimensione della corteccia cingolata anteriore, una struttura cerebrale che svolge un ruolo importante nella capacità di stabilire relazioni interpersonali.
Il colore dell’occhio può, tuttavia, trarci in inganno e indurci a immotivati pregiudizi. A provarlo é una recente ricerca di un’equipe mista ceco-canadese guidata dallo studioso Karel Kleisner.
Per verificare se in effetti l’iride potesse creare dei preconcetti, Kleisner e colleghi hanno per prima cosa fotografato 80 persone, selezionando quelle che avevano occhi castani oppure azzurri e scartando chi possedeva colori intermedi (come il verde).
Dopodichè, hanno chiesto a 238 studenti di sesso misto di valutare nei ritratti scelti affidabilità, attrazione e dominanza. Per essere certi che la valutazione venisse effettuata sulla base del colore degli occhi e non in rapporto alle caratteristiche del viso, hanno provveduto a ricolorare le iridi con un software di fotoritocco: in questo modo le iridi azzurre diventavano scure e viceversa.
Kleisner, Priplatova e gli altri ricercatori hanno voluto verificare anche se ci fosse una relazione percepita tra colore dell’iride e fattezze del volto; per determinarlo hanno scelto 40 individui di sesso maschile e hanno misurato le proporzioni del viso (la distanza tra labbra e sopracciglia e quella tra zigomo destro e sinistro).
L’analisi dei risultati ha dimostrato che in effetti il colore dell’occhio fa apparire l’individuo più o meno degno di fiducia: i volti con gli occhi chiari venivano ritenuti meno affidabili di quelli con gli occhi castani. Inoltre, le donne, in generale, suscitavano più fiducia rispetto ai maschi e chi dava l’impressione di essere più dominante provocava una maggiore diffidenza.
Un successivo confronto tra fattezze del volto e colore degli occhi ha messo in luce che esiste una correlazione tra questi due aspetti, anche se vale soprattutto per gli uomini (naturalmente, l’analisi era compiuta sui volti originali; prima del ritocco).
Per approfondire |
In sostanza, é emerso che i maschi con gli occhi chiari avevano una mascella più squadrata e un mento più lungo, una bocca più sottile con
gli angoli tendenzialmente verso il basso, occhi piccoli e sopracciglia più distanti rispetto alla media: aspetti che venivano associati a una persona poco leale.
Quanto ai volti con gli occhi scuri, tendevano ad avere un mento più rotondo e largo; una bocca carnosa con gli angoli in genere verso l’alto; occhi relativamente grandi e sopracciglia piuttosto vicine: anche qui, questi tratti della fisionomia incidevano sulla percezione della fiducia:
chi li possedeva dava l’idea di avere una più alta rettitudine.